Entro il 31 marzo si può presentare domanda per Ape Sociale. L’anticipo pensionistico è riservato a tutti i lavoratori con 63 anni di età e almeno 30 di contributi che ricadono in particolari condizioni di disagio sociale.

Introdotta dalla legge 232 del 2016, Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma uno scivolo pubblico che accompagna il lavoratore in difficoltà alla pensione ordinaria. L’Inps eroga un assegno mensile provvisorio e che può essere anche sospeso o revocato in presenza di redditi da lavoro.

Come funziona Ape sociale e a quanto ammonta la pensione

L’Ape Sociale è quindi una sorta di sostegno al reddito erogabile fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia. Esso è calcolato sui contributi versati fino al momento della richiesta, in base all’età del lavoratore.

Ne hanno diritto sia i lavoratori dipendenti che quelli parasubordinati e gli autonomi. Mentre restano esclusi coloro che appartengono a casse dei liberi professionisti. In caso di contribuzione presente in varie gestioni, il calcolo della pensione avverrà pro-quota con le regole di ciascuna gestione per i periodi ivi maturati.

Il limite massimo erogabile è di 1.500 euro lordi (non rivalutabile) per 12 mensilità ed è soggetto alla tassazione ordinaria. Quindi particolarmente penalizzante se il lavoratore avesse diritto a una pensione più alta in base ai calcoli.

1.500 euro al mese non rivalutabili

Come detto, l’assegno di Ape Sociale equivale a un anticipo della pensione, ma solo per 12 mensilità. Fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia. Durante il godimento non vi sono accrediti contributivi di alcun tipo è l’assegno non è soggetto a rivalutazione annuale e nemmeno integrabile al trattamento minimo di pensione.

Solo al momento della cessazione dell’Ape Sociale per maturazione requisiti alla pensione di vecchiaia, l’ente pensionistico ricalcolerà l’assegno nella sua pienezza riconoscendo anche la tredicesima mensilità.

Qualora il beneficiario di Ape Sociale avesse versato contributi in gestioni diverse, la liquidazione della pensione anticipata avverrà separatamente. Il calcolo della rata mensile è effettuato pro quota per ciascuna gestione in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati.

Chi ha diritto all’Ape sociale

Hanno diritto all’Ape Sociale i lavoratori iscritti alle varie gestioni Inps. Devono possedere almeno i 63 anni di età, aver cessato il lavoro, essere residenti in Italia e trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni:

  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione;
  • Possedere 30 anni di contributi e al momento della richiesta di Ape sociale assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente (genitori o figli) con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992;
  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%;
  • Possedere almeno 36 anni di contributi e svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno sei anni in via continuativa una o più delle attività gravose sotto elencate.

Per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso all’Ape Sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio con due anni di sconto massimo sull’età.