C’è preoccupazione per molti italiani che decidono di sfruttare ape social per un pensionamento anticipato. Il timore è che poi avranno penalizzazioni sul calcolo della successiva pensione quando scatteranno i 67 anni di età (ossia l’età pensionabile per la c.d. pensione di vecchiaia).

La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, interpellata sull’argomento, ha fatto chiarezza, spazzando via qualsiasi dubbio.

Ricordiamo, in primis di cosa parliamo. Ape social è una strada percorribile per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Si sostanzia in un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS, a soggetti che si trovano in determinate condizioni.

E’ possibile sfruttarla al raggiungimento di almeno 63 anni di età. Inoltre, non bisogna essere già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

L’Ape social è corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni), ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

Ape social: calcolo, importo e chiarimenti

L’APE social, esiste dal 1° maggio 2017 e, in seguito a successivi interventi normativi, è prorogata fino al 31 dicembre 2022. Per Ape social 2022 c’era la scadenza del 31 marzo scorso da considerare.

E’ pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questo importo). L’importo dell’indennità non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo.

Riguardo le preoccupazioni espresse in premessa, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha chiarito che

la pensione di vecchiaia di un soggetto che abbia percepito l’Ape Social viene calcolata senza alcun taglio o elemento peggiorativo, rispetto ai soggetti non apisti.

In dettaglio, spiega la Fondazione, con lo scatto della pensione di vecchiaia la quota contributiva sarà calcolata con il coefficiente di trasformazione vigente nell’anno di maturazione dell’età pensionabile di vecchiaia stessa (67 anni).

Quindi, nessuna penalizzazione.