“La vita è un commercio giusto, in cui tutte le partite si pareggiano col tempo. Presto o tardi bisogna pagare per tutto ciò che si prende dalla vita. Per certe cose si può pagare in anticipo, per altre si deve pagare al momento della consegna e per altre più tardi, alla presentazione del conto“, affermava Inayat Khan. Oltre a pagare, però, nel corso della vita si può anche ricevere indietro in qualcosa.

Lo sanno bene tutti i lavoratori che nel corso della loro carriera pagano delle tasse e contributi, per poi aver diritto ai vari servizi pubblici e alla pensione.

Non sempre, però, le cose vanno come si spera. Basti pensare a coloro che hanno richiesto l’anticipo agevolato del Tfs o Tfr e si sono ritrovati a dover fare i conti con una vera e propria batosta sul fronte interessi. Ecco cosa sta succedendo.

Anticipo Tfr e Tfs dell’Inps per i dipendenti pubblici: batosta interessi

Pessime notizie per molti dipendenti pubblici. Coloro che intendono beneficiare dell’anticipo agevolato del trattamento di fine rapporto e fine servizio, infatti, si vedono applicare degli interessi particolarmente elevati. Quest’ultimi, pertanto, vanno a ridurre l’importo netto erogato ai soggetti interessati. Entrando nei dettagli è stato registrato, in media, un aumento fino al 5%. Quest’ultimo è legato all’incremento dal Rendistato di Banca d’Italia, ovvero:

“il rendimento medio ponderato di un paniere di titoli di Stato. L’indice è reso disponibile sia con riferimento al paniere nel suo complesso sia disaggregato per fasce di vita residua dei titoli”.

Proprio basandosi su questi dati, le banche provvedono ad erogare ai dipendenti pubblici richiedenti l’anticipo sul Tfr e sul Tfs. Il tutto avendo l’accortezza di sommare il rendimento allo spread. Considerando l’aumento dei tassi di interessi pari al 5%, pertanto, si registra una perdita di denaro erogato ai dipendenti pari proprio a tale percentuale.

Anticipo del trattamento di fine rapporto e fine servizio per i dipendenti pubblici: le novità

Sempre soffermandosi sull’anticipo del trattamento di fine rapporto e fine servizio, è bene sapere che l’Inps ha stanziato circa 300 milioni di euro per un fondo finanziario a copertura delle relative richieste, avanzate da alcune categorie di lavoratori pubblici. In particolare, grazie al messaggio numero 430 del 30 gennaio 2023, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha reso noto che

“è stata istituita, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera f), del decreto del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale 28 luglio 1998, n. 463, una nuova prestazione di anticipazione del Trattamento di fine servizio (TFS) e del Trattamento di fine rapporto (TFR) a carico della Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (di seguito, Gestione), che integra, in via sperimentale per un triennio, le tipologie di anticipazione TFS/TFR attualmente vigenti (ordinaria e agevolata)”.

Solo i soggetti poc’anzi citati, pertanto, potranno avanzare richiesta direttamente all’Inps per ottenere il proprio Tfr o Tfs. In base agli importi risulteranno differenti i costi da sostenere per l’espletamento della pratica amministrativa.