È possibile che il datore di lavoro neghi un anticipo del TFR? Il TFR, acronimo di trattamento di fine rapporto, è una somma che è un lavoratore dipendente accantona mese per mese dal suo stipendio. In pratica il datore di lavoro trattiene una parte dello stipendio del lavoratore e lo versa in una specie di salvadanaio che verrà aperto in genere nel momento in cui il rapporto di lavoro tra dipendente e datore si interrompe. Questo a prescindere da qualsiasi motivazione che porta all’interruzione di un rapporto di lavoro.

A volte però un lavoratore dipendente può scegliere di farsi liquidare in anticipo una parte di quanto accantonato. Una opzione che la legge consente e sulla quale il datore di lavoro non può opporsi. Bisogna però sapere bene cosa fare e come comportarsi dal punto di vista del lavoratore dipendente. 

“Buonasera, sono un lavoratore dipendente con oltre 15 anni di continuità di servizio con l’azienda per cui lavoro. Da un conteggio approssimativo effettuato dal sottoscritto, ho messo da parte poco meno di 20.000 euro di trattamento di fine rapporto. L’altro giorno, a voce, ho chiesto informazioni al mio datore di lavoro per quanto riguarda la possibilità di prendere in anticipo questo TFR per mie esigenze personali. Lui invece mi ha risposto che non è possibile una cosa del genere a meno che non gli dia delle giustificazioni appropriate e soprattutto, a meno che non gli presenti una domanda scritta. In pratica mi ha negato questo anticipo che io invece credo mi spetti per legge. Anzi alcuni lavoratori possono recuperarlo senza dare particolari giustificazioni ogni dicembre. Mi spiegate bene come funziona la normativa vigente? Sono soldi miei e adesso mi servono perché sono semplicemente a corto di liquidità” 

Anticipo del TFR, cosa dice la normativa in vigore 

Il TFR di norma viene liquidato al lavoratore nel momento in cui il rapporto di lavoro si interrompe.

Esiste però una normativa che consente ad un lavoratore di anticipare la liquidazione di quanto ha accantonato, anche se non al 100%. In pratica si può chiedere un anticipo del TFR e cioè si può ottenere subito una parte della buonuscita o liquidazione maturata presso un datore di lavoro. Una possibilità che però è assoggettata a regole ben precise e soprattutto a determinati casi specifici. Nel caso del nostro vettore infatti il datore di lavoro ha perfettamente ragione in tutto ciò che gli ha detto. Infatti lui non è tenuto ad assecondare a priori questa richiesta del lavoratore dipendente. Innanzitutto serve una giustificazione alla richiesta di anticipo del TFR. È inoltre serve una richiesta scritta e non si può fare tutto a voce. 

Ci sono lavoratori che possono chiederlo ogni anno e lavoratori che non possono

Il nostro lettore quindi sbaglia quando crede che il datore di lavoro gli stia facendo un torto. E sbaglia anche nel momento in cui parla di lavoratori che possono ricevere il TFR ogni anno con la busta paga di dicembre e in anticipo. Questa facoltà infatti è riservata soltanto ai lavoratori del settore domestico, badanti e colf. In questo caso il datore di lavoro non ha la funzione di sostituto d’imposta. Pertanto, a prescindere dalla motivazione che spinge un dipendente a chiedere il TFR in anticipo, una badante per esempio, può ottenere il 70% di quando accantonato ogni anno direttamente con la busta paga di dicembre, lasciando alla fine del rapporto di lavoro solo il 30% di quando ha accantonato annualmente. A meno che il lavoratore che ci scrive non sia un lavoratore domestico, e immaginiamo di no, l’anticipo annuale del TFR non è per lui possibile. Come per esempio non sarebbe possibile ottenerlo nel caso in cui il nostro lavoratore fosse un lavoratore a tempo determinato dello Stato.

Infatti per i dipendenti pubblici non c’è la possibilità di richiedere l’anticipazione del TFR in costanza di rapporto di lavoro. 

Le motivazioni sono fondamentali 

Le regole sull’anticipazione del TFR sono abbastanza rigide. Innanzitutto per poter chiedere l’anticipo è necessario che il rapporto di lavoro sia iniziato da almeno otto anni. In questo caso il nostro lettore è perfettamente in regola dal momento che dice che ha oltre 15 anni di continuità lavorativa con lo stesso datore di lavoro. Tornando alla richiesta dell’anticipo va detto che il lettore può richiederlo solo se rispetta determinati requisiti. Ed in barba a qualsiasi regola sulla privacy, il primo requisito è la giusta motivazione per la richiesta di anticipo, una motivazione di cui deve essere edotto il datore di lavoro. Queste regole non fanno parte dei vari contratti collettivi nazionali di lavoro di ogni categoria, perché è il Codice Civile con l’articolo 2120 ai commi che vanno dal 6 al 11 a stabilire tali regole. 

Quali sono le regole dell’anticipo del TFR 

Fermo restando il requisito degli otto anni di servizio a partire dai quali si può richiedere un’anticipazione del TFR questa non può superare il 70% di quando è stata accantonato alla data della richiesta. Inoltre il datore di lavoro non è tenuto ad esaudire tutte le richieste di tutti i propri dipendenti dal momento che può dire di no ad una richiesta di anticipazione se ha già provveduto ad erogarla al 10% della sua forza lavoro. Durante un rapporto di lavoro con lo stesso datore di lavoro il dipendente può chiedere una sola volta l’anticipazione TFR. Dal punto di vista della motivazione per la richiesta dell’anticipo, il dipendente deve farla presente al datore di lavoro ed inserirla quindi nella richiesta scritta utile a ottenere l’anticipazione.  

Ecco quando è giustificabile la richiesta di anticipazione TFR 

TFR

Si può chiedere l’anticipo nel caso in cui i soldi servono per l’acquisto di una casa, per interventi sanitari improvvisi e costosi oppure anche per delle opere di ristrutturazione della casa.

Sulla ristrutturazione edilizia però il Codice Civile non prevede anticipazioni del TFR. Una richiesta del genere però può essere avallata dal datore di lavoro oppure prevista in deroga dal CCNL di categoria applicato. Le opere di ristrutturazione però devono essere utili a rendere abitabile la casa o a renderla più sicura per chi la vive. Infatti chiedere l’anticipo del TFR solo per abbellire casa o per la manutenzione ordinaria di una casa non è ammesso.