Ansia e paura di stare male: il soggetto ipocondriaco, non di rado, richiede la stessa visita più e più volte, allo stesso specialista o a medici diversi, non essendo sicuro della diagnosi e del risultato. Ma è un comportamento lecito o può sfociare perfino nella molestia a danno dei medici? Di recente, la Cassazione è intervenuta su un caso di questo tipo per confermare e ribadire il diritto del paziente (anche se in salute ma affetto d’ansia e paura di essere malato) di essere rassicurato.

Si può chiedere più volte la stessa visita medica?

Protagonista della fattispecie un soggetto ipocondriaco che si era rilevato petulante, a detta del personale ospedaliero, dopo essersi presentato più volte in reparto. Se il paziente non è consapevole di arrecare fastidio o danno non può essere penalmente responsabile. I giudici, infatti, hanno chiarito che il reato di molestie richiede la consapevolezza di agire in modo pressante e invadente limitando la libertà del medico e degli infermieri o ostacolandone il lavoro.

Caso diverso è quello in cui il paziente si presenta in ospedale senza la prenotazione della visita o non rispetta la fila e pretende di passare avanti agli altri pazienti in coda, soprattutto se più gravi.

Il principio enunciato dalla Suprema Corte parte dal presupposto che un soggetto in preda ad attacchi di ansia o affetto da ipocondria non è consapevole delle conseguenze potenzialmente negative del suo comportamento e quindi non agisce in mala fede ma spinto dalla paura concreta di stare male e rischiare perfino di morire per un male non diagnosticato correttamente.

Sono i medici, affinché si configuri reato di molestie, a dover dimostrare che il paziente con consapevolezza interferisce in modo inopportuno nella sfera di libertà dei sanitari.

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