A chi non è mai capitato di cercare di convincere il vigile a non fare la multa dopo essere stati fermati per un’infrazione o essere stati beccati in divieto di sosta etc? Ma serve a qualcosa? O meglio: il vigile clemente può a sua discrezione evitare di fare la multa o rischia di essere denunciato? E se tra più automobilisti che hanno commesso la stessa infrazione ne multa solo alcuni cosa succede? Se anche voi vi siete mai domandati questa cosa, sappiate che la risposta è contenuta in una recente sentenza della Cassazione (n. 46788/17 dell’11 ottobre 2017).

Il vigile può decidere di non fare la multa o commette reato?

In realtà, già nel 2012, la Suprema Corte aveva precisato che multare solo alcune delle auto in divieto di sosta, e non tutte, non costituisce reato di omissione d’atti d’ufficio (perché le contravvenzioni non sono considerate atti urgenti in ordine a ragioni di ordine pubblico, sicurezza, igiene, sanità etc). Non si configura neppure reato di abuso d’ufficio perché questo richiede che l’agente sia motivato dalla possibilità di trarre “un ingiusto vantaggio patrimoniale” o di recare ad altri un danno ingiusto.

Nel caso di specie il poliziotto aveva evitato di fare la multa (e di sottoporre a sequestro amministrativo il veicolo) ad un automobilista fermato senza assicurazione. Non sussistendo, peraltro, rapporti personali con il conducente “graziato”, non è stato riscontrato dolo.

Ti prego non farmi la multa!

Ovviamente, questo non significa che, ogni volta che si rischia la multa, si deve pregare il vigile di chiudere un occhio adducendo mille scuse. Difficilmente questo porta a qualcosa di buono e in molti casi viene anche visto male dagli agenti. La sentenza però conferma che la decisione di non fare la multa, o di farla solo ad automobilisti, in linea di massima spetta ai vigili.

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