Non è che andremo in pensione come si faceva fino al 1995? La domanda è d’obbligo in quanto Sindacati come la Uil ritengono che, per la riforma strutturale della previdenza pubblica, si debba partire proprio dal 1995. Ovverosia, dall’anno che è coincidente con la riforma Dini.

Nel chiedersi se andremo in pensione come si faceva fino al 1995, inoltre, ci sono altri due aspetti critici da valutare. Il primo è rappresentato proprio dalla riforma delle pensioni che è attualmente in stallo a causa della guerra in Ucraina.

Così come è riportato in questo articolo. Mentre l’altro aspetto è rappresentato dai forti rincari che rischiano di erodere sensibilmente il potere d’acquisto dei pensionati.

Andremo in pensione come si faceva fino al 1995, anno della riforma Dini?

Se andremo o meno in pensione come si faceva fino al 1995, ricordiamo che quell’anno fa da spartiacque proprio con la riforma Dini. In quanto si passò dal sistema di calcolo retributivo per la pensione a quello che è basato invece sul contributivo. Ovverosia, il calcolo della pensione in base ai contributi previdenziali effettivamente versati.

Con la conseguenza che, al netto su come e se andremo in pensione come si faceva fino al 1995, attualmente i sistemi di calcolo vigenti in Italia per le pensioni sono tre. Ovverosia, il sistema contributivo, il sistema retributivo ed il sistema misto.

Qual è il sistema di calcolo dell’assegno INPS più conveniente per il lavoratore

Nel chiedersi se andremo in pensione come si faceva fino al 1995, inoltre, c’è da dire che il sistema di calcolo dell’assegno INPS più vantaggioso per il lavoratore è proprio quello retributivo. Con a seguire il sistema di calcolo misto. Mentre il calcolo con il sistema contributivo è quello meno vantaggioso per il lavoratore. E quindi, di riflesso, più favorevole per le casse dell’INPS.