Andare in pensione prima dei 67 anni di età che segnano la linea di confine dell’età pensionabile vigente è una opportunità aperta a tanti lavoratori. Ma nella maggior parte dei casi servono carriere piuttosto lunghe e contributi abbondanti. Servono 42 anni e 10 mesi (41,10 per le donne), per le pensioni senza limiti di età che si chiamano anticipate ordinarie. 38 anni per la quota 102, 36 per i lavori gravosi dell’Ape sociale (32 per edili e ceramisti), 41 per i precoci, 35 per gli usuranti e così via.

Anche 30anni di contributi appaiono insufficienti per molti lavoratori, a meno che non si trovano in condizioni di disagio familiare, reddituale o fisico (caregivers, disoccupati e invalidi), e possono rientrare nell’Ape sociale. Una sola via è ammessa e calza a pennello alla richiesta che ci è arrivata in redazione da parte di un lettore.

“ho 65 anni di età compiuti a gennaio 2022 e mi chiedo quando potrò uscire dal lavoro dal momento che ho una carriera che a dicembre prossimo segnerà 30 anni pieni di contribuzione. Sono un lavoratore edile e sono stanco di lavorare. C’è qualcosa che posso sfruttare tra le regole del sistema pensionistico? Mi potete dire quando potrà finalmente centrare la pensione?”

Poche le possibilità di pensione per chi ha solo 30 anni di versamenti senza i 67 anni di età

Il nostro lettore svolge un lavoro che rientra tra quelli gravosi previsti fin dall’inizio della sperimentazione dell’Ape sociale e di Quota 41. Gli edili infatti rientrano in pieno in queste misure, ma occorre fare attenzione alla lunghezza delle carriere utili a percepire i relativi trattamenti. La Quota 41 come recita lo stesso nome della misura necessita di 41 anni di contribuzione versata di cui 35 effettiva da lavoro. L’Ape sociale per lo spaccato degli edili vuole almeno 32 anni di contribuzione previdenziale. Due misure che non possono calzare per il nostro lettore che ha “appena” 30 anni di attività come edile.

E non ci sono altre vie che non siano quelle relative a invalidità pensionabili o disagi particolari come quelli prima citati che possono permettere al nostro lettore di uscire dal lavoro in tempi rapidissimi. Esiste una sola via per andare in pensione prima dei 67 anni con 30 anni di contributi

La pensione di vecchiaia per gravosi e usuranti è di 5 mesi più vicina

Nessuna pensione quindi con le misure anticipate che l’INPS prevede per il nostro lettore. Stando alle informazioni che ci ha dato, dovrebbe però anticipare di qualche mese la sua quiescenza. In base ai dati, dovrebbe lasciare il lavoro con la sua pensione di vecchiaia ad agosto 2023 e non a gennaio 2024 quando arriverà ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti per i lavori gravosi (ma anche per gli usuranti), l’ultimo scatto relativo all’aspettativa di vita che ha portato le pensioni di vecchiaia dai 66,7 anni di età ai 67 dal 2019, non si applica. Per chi svolge un lavoro gravoso l’età pensionabile vigente è bloccata al requisito previgente dei 66 anni e 7 mesi di età. Rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria però, la contribuzione necessaria non è pari a 20 anni, bensì a 30 anni. Il nostro lettore ad agosto 2023 raggiungerà i 66 anni e 7 mesi di età. Ed allo stesso tempo, avrà più di 30 anni di carriera, dal momento che a dicembre 2022 chiude i 30 anni e ad agosto 2022 arriverà a 30 anni ed 8 mesi. Quindi la sua finestra di uscita sarà proprio ad agosto 2023. Sempre che non voglia proseguire fino ai 67 anni compiuti, aggiungendo al proprio montante contributivo ulteriori 5 mesi di lavoro.