La rottamazione delle cartelle esattoriali per vedere di risolvere le questioni debitorie di un contribuente è una soluzione allettante. E le domande scadranno il prossimo 30 aprile. Nel frattempo è entrata in vigore, anche se deve ancora sortire effetto, la cancellazione automatica di alcune cartelle fino al 2015 con importo inferiore a 1.000 euro. E molti Comuni per le cartelle di loro competenza affidate all’Agente della riscossione entro il 2015 e sempre di importo inferiore a 1.000 euro, hanno adottato o adotteranno lo stralcio. Ma tutti questi strumento rientrano nella sanatoria delle cartelle.

Provvedimento che il Governo ha deciso di varare, seguendo il trend degli ultimi anni. Soluzioni adottate dal legislatore per abbassare il magazzino crediti dell’Agenzia delle Entrate. Ma anche per consentire allo Stato di incassare debiti potenzialmente inesigibili e per alleggerire i debiti dei contribuenti. Ma fare pace con il Fisco non ha nelle sanatorie, nei condoni e nelle rottamazioni, le uniche vie di uscita. Ci sono almeno 5 strade che permettono sempre, e a prescindere da nuove misure, di mettersi in regola.

Il quesito posto dal nostro lettore

“Buonasera, mi chiamo Paolo e vorrei chiedervi una guida sulle possibilità che ho di regolarizzare la mia condizione debitoria con Agenzia delle Entrate Riscossione. Capisco la rottamazione delle cartelle, i condoni e le sanatorie. Ma non esiste una via di trattativa con il Fisco? Mi spiego meglio. Sento sempre notizie di aziende in crisi che fanno transazione con Agenzia delle Entrate e pagando in unica soluzione riescono ad avere sconti ben maggiori di quelli che secondo me offre la rottamazione. Una volta ho fatto una cosa del genere con una finanziaria cui mi ero rivolto per comprare l’auto. Non ero riuscito a pagare gli ultimi 10.000 euro di finanziamento e poi ho risolto versando solo 2.000 euro come stralcio a una società di recupero crediti. Secondo voi esiste la possibilità di andare a parlare con il Fisco?”

Esistono alternative alla sanatoria delle cartelle esattoriali?

In linea di massima il nostro lettore sembra faccia riferimento a procedure di transazione dei debiti, nel senso che ci chiede se esistono vie per accordarsi con il Fisco.

Ma il Fisco non è una finanziaria. Anzi, nemmeno una società finanziaria o una banca arrivano ad offrire sconti pur di recuperare qualcosa. In genere sono le società di recupero crediti ad adottare questa strategia. Si tratta di società che entrano in campo dopo molti anni dalle rate di un prestito evase. E dopo che la finanziaria non è riuscita a recuperare il dovuto dal cliente.

Le società di recupero crediti in genere acquistano pacchetti di crediti da parte di una finanziaria, e alla fine li comprano a prezzi “scontati” accontentandosi di recuperare il più possibile da tutti i debitori presenti nel pacchetto acquistato. Un discorso lungo e complicato, riassunto in sintesi da parte nostra ma che andrà approfondito in altra sede. Agenzia delle Entrate non offre stralci di questo genere. Ma le soluzioni per chiudere le pendenze non mancano e vanno ben oltre la sanatoria, la pace fiscale o la tregua fiscale odierna.

Le 5 strade per mettersi in regola con il Fisco

Per chi ha troppi debiti c’è la procedura di sovra-indebitamento. E poi ci sono le rateizzazioni, che anche la riforma del fisco in procinto di essere valutata dal Consiglio dei Ministri, prevede. E poi ci sono i concordati, le transazioni e altre vie per poter chiudere la partita con le cartelle esattoriali evitando di finire nel limbo dei pignoramenti, degli espropri e dei fermi amministrativi.

Prima di tutto meglio verificare se le cartelle, gli atti e le pretese del Fisco sono legittime. Perché se una cartella o anche un semplice avviso di accertamento, non è legittimo, la soluzione unica è il ricorso tributario.

Soluzione questa adatta ottenere l’annullamento totale o parziale della cartella. Ma se non ci sono vizi, non ci sono errori e quindi, se la cartella è legittima, le 5 soluzioni sono:

  • Rateizzare il debito;
  • Usare il cosiddetto accertamento con adesione;
  • Aderire alle sanatorie;
  • Usare la transazione fiscale
  • Sfruttare la legge n° 3 del 2012, ovvero la legge sul sovra-indebitamento.

Debito a rate con l’Agenzia delle Entrate Riscossione

Abbiamo già detto della sanatoria, che permette di sfruttare sconti, tagli e azzeramenti di sanzioni, interessi, aggi o in alcuni casi di vedersi cancellare tutto il debito. Provvedimenti una tantum questi, a scadenza e non sempre utilizzabili. La rottamazione ordinaria invece è una via sempre disponibile e offerta dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma non si possono paragonare le due cose. Infatti con le sanatorie in genere si ottiene il risultato di pagare meno di quello che invece andava pagato. Con la rateizzazione nessuno sconto, anzi. Si finisce con il versare di più dal momento che il piano di dilazione è concesso con l’applicazione dei classici interessi, variabili in base alla lunghezza del piano di rateizzazione.

Come si fa la rateizzazione del debito o una delle cartelle esattoriali

Nella riforma fiscale si parla di rateizzazioni dei debiti perché pare che ci sia l’intenzione di favorire il rientro dei contribuenti indebitati. Si dovrebbe arrivare a 120 rate mensili e quindi a 10 anni di dilazione massima concedibile. La rateizzazione ordinaria infatti oggi prevede la possibilità per indebitati sotto i 100.000 euro di debiti complessivi, di rateizzare il dovuto in 60 rate mensili e in 5 anni. Oggi basta una semplice richiesta, senza documentazione che dimostri lo stato di difficoltà economica di un contribuente, per ottenere una dilazione. Sempre Agenzia delle Entrate concede le rate in base all’ammontare del debito.

Anche la rottamazione prevede una dilazione, ma con rate trimestrali e di 5 anni. Ma con la rottamazione basta perdere una rata, sforando la scadenza e i 5 giorni di tolleranza, e si perde il beneficio precedentemente ottenuto.

Con la rateizzazione ordinaria, viene tollerato un ritardo di pagamento fino a 10 rate, senza perdere il diritto a pagare a rate i debiti.

Accertamento con adesione, di cosa si tratta?

Con la definizione di accertamento con adesione si fa riferimento ad una intesa tra contribuente e Agenzia Entrate Riscossione, utilizzabile a condizione che il debitore, non abbia inoltrato procedimenti di ricorso al Giudice Tributario. L’accertamento con adesione è un accordo tra cittadino e Fisco con cui possono essere risolte pendenze relative alle imposte dirette e indirette. Il contribuente può godere di un taglio del 33% delle sanzioni minime previste per legge sulla tipologia di debito maturato. Anche in questo caso offerte, come alternativa al pagamento in unica soluzione, le rate. Si tratta di massimo 16 rate trimestrali per situazioni debitorie che superano i 50.000 euro (massimo 8 rate trimestrali per debiti più bassi).

Cosa si intende per transazione fiscale?

Il nostro lettore cita espressamente la definizione di transazione per i suoi debiti. Un termine giusto, se non fosse che dal punto di vista delle cartelle esattoriali e dei debiti, la transazione con Agenzia delle Entrate Riscossione riguarda solo imprese in difficoltà che hanno precedentemente avviato le procedure di concordato preventivo o di ristrutturazione dei debiti. Per transazione si fa riferimento ad un accordo con cui il contribuente chiede all’Agenzia delle Entrate Riscossione di risolvere una controversia. Con l’indebitato che propone soluzioni tra cui il pagamento rateale, il pagamento parziale o entrambi. Ma solo come detto, di fronte a un piano ufficiale e sottoscritto, di risanamento dell’azienda in crisi.

Ecco la salvaguardia per chi ha troppi debiti e troppe cartelle esattoriali

Per i casi più gravi di indebitamento, dal 2012, in forza alla legge n° 3, meglio conosciuta come legge sul sovra-indebitamento, i privati possono godere di una specie di salvaguardia. Privati, tra cui anche piccoli imprenditori, commercianti o artigiani. In pratica soggetti che non possono rientrare nella sfera del fallimento. In presenza di contribuente senza alcuna disponibilità economica si può arrivare alla cancellazione della situazione debitoria. Una soluzione questa per i casi disperati, che tirano dentro anche debiti con altri privati e non sono quelli di carattere tributario o fiscale. Per questo spesso la legge n°3 del 2012 viene chiamata legge “salva suicidi”.