Il bonus 200 euro un tantum si rivela essere senz’ombra di dubbio una delle misure più discusse e attese dell’ultimo periodo. Introdotto al fine di contrastare il preoccupante aumento dei prezzi a causa dell’inflazione, come noto sono molti i lavoratori e pensionati che hanno già beneficiato del relativo pagamento.

Proprio i pensionati, però, si ritroveranno a breve a dover fare i conti con un vero e proprio banco di prova. Il bonus 200 euro pensionati, infatti, finirà sotto la lente di ingrandimento dopo la scadenza per la presentazione del modello 730.

Ecco chi dovrà restituire tale agevolazione e cosa c’è da aspettarsi.

Al 730 la prova del bonus 200 euro: ma te lo avevano detto!

Abbiamo già avuto modo di vedere assieme che il bonus 200 euro bis non raddoppia, bensì si allarga. In molti, infatti, sono coloro che si vedranno erogare il bonus 200 euro una tantum nel corso delle prossime settimane. Dall’altro canto sono molti i lavoratori e pensionati che hanno già beneficiato del relativo pagamento.

A proposito del bonus 200 euro pensionati, ricordiamo, il relativo pagamento è stato effettuato in via preventiva dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Molti dei soggetti interessati, però, rischiano di dover a breve restituire tale agevolazione. Questo in quanto a breve scatteranno i controlli sui redditi del 2021. Un’operazione che avrà luogo dopo il termine ultimo per la presentazione del modello 730, fissato al 30 settembre 2022.

Ebbene, nel caso in cui da tale dichiarazione risultino redditi superiori a quota 35 mila euro, ecco che i pensionati interessati dovranno restituire il bonus 200 euro una tantum precedentemente ricevuto. Ovviamente tale discorso vale anche per i pensionati titolari di redditi da lavoro autonomo. Un’altra data da segnare sul calendario, infatti, è quella del 30 novembre che delinea il termine ultimo entro cui poter presentare la dichiarazione dei redditi.

Pensionati, chi rischia di dover restituire l’agevolazione

Proprio grazie alla verifica delle dichiarazioni dei redditi, quindi, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale avrà a propria disposizione ulteriori dati grazie ai quali poter integrare quelli precedentemente utilizzati per individuare la platea provvisoria dei beneficiari del bonus 200 euro pensionati.

Nel caso in cui, come già detto, dovessero risultare redditi superiori a quota 35 mila euro, ecco che il pensionato interessato dovrà restituire i soldi precedentemente ricevuti.

A tal proposito, ricordiamo, sono esclusi dalla soglia del limite pari a 35 mila euro i trattamenti di fine rapporto, il reddito della prima casa e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. Vengono considerati, invece, i redditi percepiti nel corso del 2021 tassati con imposta sostitutiva. Ne sono un chiaro esempio le entrate ottenute grazie a locazioni sottoposti al regime della cedolare secca.