Nella polemica in merito alle tasse per affitti su Airbnb da un lato c’è l’esigenza di evitare concorrenza sleale e dall’altro quella di garantire gli utenti che affittano in modo occasionale.

Airbnb privati o affittacamere: regole contro la concorrenza sleale

Su questa differenza è stata bocciata la proposta di introdurre una cedolare secca sugli affitti Airbnb. Ma proprio il sito sta pensando ad alcune regole per porre fine alle polemiche. In particolare potrebbe essere a breve imposto un limite al numero di giorni o di appartamenti in affitto.

Nel primo caso si potrebbe mettere a disposizione l’appartamento in affitto per un massimo di 180 giorni l’anno.

L’alternativa potrebbe essere quella di fissare un limite più basso, circa 90 giorni, ma dare poi la possibilità agli host di richiedere una licenza ad hoc per affitti di più tempo, come avviene già a Londra.

A New York e San Francisco invece si applica il principio del “One Host, One Home” in base al quale ogni utente non può mettere più di un annuncio su Airbnb. Per chi viola per tre volte consecutive le regole del sito, scatta l’espulsione dalla piattaforma. In questo modo la piattaforma vuole dimostrare alle amministrazioni la sua disponibilità a collaborare per porre un freno all’evasione.

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