Tra le misure contro cui sta puntando il dito Matteo Salvini, almeno nella formulazione attuale, c’è il bonus Renzi in busta paga. Ricordiamo che la detrazione Irpef spetta per redditi che vanno dagli 8 mila ai 26.600 euro annui e può arrivare fino a 80 euro al mese (960 euro l’anno). Oggi ne usufruiscono circa 11 milioni di contribuenti.

Eppure il bonus Renzi così inteso potrebbe avere i mesi contati. Che il governo fosse intenzionato ad intervenire sugli 80 euro non è una novità. Lo aveva confermato poco tempo fa anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, spiegando che l’obiettivo era quello di modificargli nome e riformularlo nella sua natura.

Che cosa cambierebbe a conti fatti? A chi conviene la cancellazione e chi ci rimetterebbe? La risposta non è così ovvia.

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Una delle prime idee emerse è stata quella di impostare il bonus Renzi come una detrazione fiscale a tutti gli effetti. L’alternativa più quotata prevede la trasformazione in decontribuzione fiscale. Possono sembrare due ipotesi equipollenti ma presentano delle differenze per quanto riguarda la platea di potenziali beneficiari.

E’ stato detto che con la trasformazione del bonus Renzi in detrazione fiscale potrebbero guadagnarci le fasce di reddito medio-alte. Il motivo è che per scaricare l’importo si presuppone un debito con il Fisco cosa che, statisticamente ma non in senso assoluto, riguarda i redditi medio alti appunto. Chi, invece, si trova nella fascia compresa tra 8 mila e 13 mila euro rischia di essere penalizzato, perché difficilmente arriverebbe a compensare con il sistema delle detrazioni  l’importo che oggi percepisce con l’erogazione del bonus degli 80 euro, corrispondente a 960 euro l’anno. Ecco perché la Lega ha anche ipotizzato di procedere con la trasformazione del bonus Renzi in detrazione fiscale solo se si riesce a mantenere la soglia minima negli 80 euro al mese di media.

Per farlo però servirà una copertura economica aggiuntiva, probabilmente non inferiore a 4 miliardi di euro. Risorse destinate a salire se andrà in porto anche l’altra idea della Lega, ovvero riconoscere il bonus ai fini contributivi per la pensione.

La seconda ipotesi andrebbe ad agire quindi sul montante contributivo, con l’ipotesi di una decontribuzione. In altre parole gli 80 euro assumerebbero peso sotto il punto di vista fiscale, riducendo il cuneo fiscale. In tal modo il bonus 80 euro cambierebbe natura e nome (il che serve anche ad eliminare l’associazione a Matteo Renzi).

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