Subire un accertamento fiscale per il modello 730 non è sicuramente un evento raro. Finire a controllo con la dichiarazione dei redditi può accadere sia a chi va a rimborso fiscale che a chi invece si trova con un 730 a debito. E non sono rari i casi di contribuenti che proprio a seguito del controllo fiscale subiscono multe e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate per errori abbastanza comuni e facilmente risolvibili prestando attenzione. È il caso per esempio di uno lettore che di colpo ha ricevuto un accertamento IRPEF con tanto di imposta da versare maggiorata di sanzioni e interessi.

“Gentile redazione, Ho appena ricevuto un fascicolo da parte dell’Agenzia delle Entrate per la dichiarazione dei redditi dell’anno discorso. In pratica devo pagare 1.800 tutto compreso tra imposta a debito, minore imposta versata, sanzioni e interessi. In pratica la mia dichiarazione dei redditi quell’anno è stata completamente sbagliata, ed anche il mio CAF mi ha confermato gli errori che l’Agenzia delle Entrate solleva sulla mia dichiarazione. Pare che tutto dipende dal fatto che mia moglie nel 2020, anno a cui la dichiarazione dei redditi si riferisce, aveva lavorato. Effettivamente lei ha lavorato, ma solo un mese a tal punto che lo inserita come regola vuole come mia familiare a carico fiscale. Non capisco perché secondo loro a fronte di 1.100 euro di stipendio che ha preso mia moglie quell’anno, non me la considerano più a mio carico fiscale. Potete spiegarmi come mai, dal momento che ha fatto la supplente da settembre 20219a gennaio 2020 e nel 2020 ha lavorato solo un mese?”

Accertamento sul 730: i familiari a carico e le problematiche delle dichiarazioni dei redditi


Quello che ha scritto il nostro lettore, ed il problema che ha manifestato, non è certo un unicum per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi. Infatti trovare problemi sulle dichiarazioni a tal punto da imporre ai contribuenti il versamento dell’IRPEF o il pagamento di sanzioni e interessi è sicuramente una cosa piuttosto comune.

È tra i casi di accertamento davvero più comuni ci sono senza dubbio quelli sulle detrazioni per i familiari a carico. Un lavoratore dipendente infatti può godere durante l’anno di salario delle detrazioni sia per i figli che per il coniuge a carico. Ma solo se questi non lavorano o lavorano ma producono un reddito inferiore a determinate soglie. Detrazione significa abbattere l’IRPEF dovuta dal contribuente. In altri termini l’IRPEF da pagare che esce fuori da una dichiarazione dei redditi o che al contribuente viene trattenuta sulla busta paga, viene abbattuta del corrispettivo fuoriuscito dalla detrazione. Un contribuente che gode delle detrazioni in pratica, versa l’imposta in misura inferiore a quella effettivamente dovuta e a volte arriva a ricevere un rimborso fiscale anziché versare.

Limiti di reddito familiari a carico, ecco le cifre

Come dicevamo un coniuge o un figlio possono essere a carico fiscalmente di un altro soggetto nel momento in cui non superano determinati redditi propri. Infatti nulla vieta di portare a carico un familiare anche se questi lavora. Dipende sempre dal reddito del familiare. Tale limite è fissato a 2.840 euro per coniuge e figli con 24 anni o più già compiuti. Per i figli più piccoli, under 24, il limite è 4.000 euro. Quindi, nel caso del nostro lavoratore, se è vero che la moglie ha ricevuto solo una mensilità di stipendio nel 2020, cioè gennaio (ha fatto la supplente da settembre 2019 a gennaio 2020), impossibile che abbia percepito più di 2.840 euro di stipendio.

L’anno di cassa è fondamentale per il modello 730

Analizzando il caso del nostro lettore, è assai plausibile l’ipotesi che l’errore dipenda da un errore di memoria dello stesso lettore. Il consiglio è di controllare le CU presenti nelle banche dati e nel cassetto fiscale del contribuente, accessibile con SPID, CIE o CNS.

Naturalmente parliamo delle CU della moglie. Infatti il sospetto è che la moglie del nostro contribuente non abbia una Certificazione Unica soltanto o per lo meno, nel 2020 non ha avuto solo la retribuzione del mese di gennaio. Infatti è assai probabile che, svolgendo il ruolo di supplente, abbia ottenuto retribuzioni e pagamenti a gennaio, ma che si riferivano ai mesi precedenti, magari dicembre e novembre dell’anno prima. Situazione questa che renderebbe le pretese dell’Agenzia delle Entrate perfettamente lecite.

Accertamento sul 730: fanno fede per il modello le Certificazioni Uniche

Il nostro lettore su questo non è stato chiaro. Perché non ci ha detto se la moglie era a suo carico l’anno precedente, magari perché pur lavorando da settembre a dicembre nel 2019 ha ricevuto una CU inferiore a 2.840 euro. Si rammenta che per le dichiarazioni dei redditi il principio di cassa è sacrosanto. Più che le mensilità di stipendio o lavoro contano i soldi che materialmente sono finiti sui conti dei contribuenti. E se sono finiti nel 2020 soldi del 2019, il contribuente è tenuto a dichiararli proprio nell’anno di incasso e non nell’anno di produzione.