Per avere accesso a bonus, agevolazioni e prestazioni assistenziali le famiglie degli italiani devono avere un ISEE in corso di validità. Tutto dipende dall’ISEE e dal suo importo. Infatti bisogna rientrare in determinate soglie di ISEE per avere accesso al reddito di cittadinanza per esempio, oppure al bonus sociale sulle bollette di luce e gas. Ma ogni bando, ogni misura e ogni prestazione ha limiti ISEE differenti. Ma capita spesso di essere esclusi da una determinata misura, prestazione o da un determinato bonus per colpa dell’ISEE troppo alto.

E allora la domanda che molti si pongono è come abbassare l’ISEE per poter rientrare in quella prestazione che altrimenti sarebbe non fruibile.

“Buonasera, ho da poco rinnovato l’ISEE ed è troppo alto. Nel 2021, che è l’anno di riferimento dell’ISEE io avevo redditi e patrimoni che oggi sono venuti meno. Secondo voi esistono meccanismi che mi consentono di abbassare subito l’ISEE?”

Il problema dell’ISEE dei due anni precedenti

Perdere il diritto a una prestazione per colpa di un ISEE troppo alto è un evento tutt’altro che raro. Molto dipende dalla regola particolare che vuole l’ISEE indirizzato verso una situazione patrimoniale e reddituale di due anni prima. Ma un contribuente o una famiglia possono trovarsi in condizioni di disagio nel presente. E l’ISEE guarda a un passato troppo distante per poter essere in linea con le condizioni attuali di una famiglia. Se l’ISEE è calmierato ai due anni precedenti c’è chi viene escluso da bonus e agevolazioni in maniera sicuramente poco obiettiva. Infatti giacenze medie e saldi bancari o postali sono quelli del 2021 e al 31 dicembre di quell’anno.

L’ISEE corrente aiuta ma non basta

Un ISEE troppo alto nel 2021 può essere corretto e riportato all’attualità con l’ISEE corrente. Si tratta di uno dei metodi principali che si possono usare per abbassare l’indicatore.

Ed è un metodo lecito. Infatti molte famiglie lo adottano nel momento in cui, dai due anni precedenti a oggi, molto è cambiato come lavoro, redditi, immobili e dotazioni bancarie. Va ricordato innanzi tutto che l’ISEE è uno strumento più approfondito rispetto alle normali dichiarazioni dei redditi. Perché riesce a mettere in luce la reale situazione finanziaria di un nucleo familiare. Le dichiarazioni dei redditi oltre a essere relative a un unico contribuente, non guardano ai patrimoni mobiliari per esempio. Ecco quindi che l’ISEE risulta essere strumento capace di una maggiore profilazione di un nucleo familiare che richiede un determinato bonus o una determinata agevolazione.

Redditi e patrimoni del 2021 sono quelli da considerare

L’ISEE 2023 si basa sui redditi e sui patrimoni del 2021 di ciascun componente il nucleo familiare. Quindi redditi prodotti nel 2021, soldi in banca o alle poste al 31 dicembre 2021 e come giacenza media dello stesso anno, immobili e perfino auto e moto possedute. Con l’ISEE corrente si porta l’indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia allo stato attuale e non più al 2021. L‘ISEE ordinario vale fino alla fine dell’anno in cui viene presentrata la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica, ndr), l’ISEE corrente invece solo per 6 mesi. Significa che una volta presa una prestazione in virtù dell’ISEE corrente, per continuare a fruirne serve rinnovare lo stesso ISEE.

Nucleo familiare e come incide sull’ISEE

Quindi l’ISEE corrente permette di aggiornare i redditi e i patrimoni del nucleo familiare in tempo reale e non basandoli sui due anni precedenti. Ed è uno strumento utile ad abbassare l’ISEE di un nucleo familiare. Ma non è l’unica via lecita per farlo. Ridurre i componenti il nucleo familiare è un’altra strada. Perché l’ISEE come dicevamo guarda a redditi e patrimoni di tutti coloro sono presenti nello stato di famiglia.

Chi riesce a uscire da un nucleo familiare dove diversi componenti hanno redditi e patrimoni, può abbassare il proprio ISEE. Così come si abbasserebbe l’ISEE di chi resta in quel nucleo familiare. Ogni componete privo di patrimoni e redditi abbassa l’ISEE, mentre ogni componente che ha prodotto redditi o che ha in dotazione case, terreni o soldi in banca, aumenta l’ISEE.

Ridurre le giacenze in banca è fondamentale

Una strada diversa per abbassare l’ISEE senza dover necessariamente dividere un nucleo familiare passa dalla riduzione dei soldi presenti in banca. Ridurre li soldi sui libretti, sui conti correnti, sulle carte di credito e debito e in ogni altro strumento di deposito bancario o postale. I soldi presenti influiscono sull’ISEE e spesso portano fuori da bonus e prestazioni agevolate. Ma se non si possono togliere i soldi in banca, allora la via sarebbe quella di rendere un conto corrente cointestato. Infatti basta intestare un conto ad una seconda persona, per ridurre della metà l’incidenza degli stessi soldi sul proprio ISEE. Ma l’intestatario aggiuntivo deve essere un soggetto esterno al nucleo familiare, altrimenti l’operazione non avrebbe senso. Perché come dicevamo l’ISEE viene calcolato in base ai possedimenti di tutta la famiglia.

Anche la nuda proprietà aiuta

Stesso discorso per gli immobili. Infatti basterebbe cedere a un figlio che vive da solo la proprietà di una casa per evitare che questa incida sul proprio ISEE. Gli interessati quindi devono passare all’intestazione dei propri immobili a soggetti terzi purché esterni al proprio nucleo familiare. E si può usare anche la via della nuda proprietà. Una via questa che non fa perdere il diritto sull’immobile a chi vuole abbassare l’ISEE cedendolo a terzi. Con la nuda proprietà un immobile viene eliminato dal calcolo dell’ISEE. Perché il bene viene ceduto a terzi, ma il vecchio proprietario conserva il diritto di abitazione per l’intera sua vita o fino ad una determinata data inserita e riportata nel contratto di vendita.

In questo caso si può cedere la casa a un figlio per esempio, eliminandola dall’ISEE ma conservando il diritto a utilizzarla al posto del figlio che per contro non avrà questo diritto.