Ogni contribuente italiano nel momento in cui ha prodotto dei redditi, deve necessariamente provvedere al versamento delle tasse. Lo strumento utile è la dichiarazione dei redditi, che può essere fatta con il modello 730 che scade il prossimo 30 settembre, oppure col modello redditi persone fisiche per il quale c’è più tempo e si arriva fino a novembre. L’obbligo di dichiarazione riguarda tutti i contribuenti con redditi prodotti l’anno precedente quello a cui si riferisce la dichiarazione. Naturalmente entro determinate soglie e con alcune eccezioni dettate da esenzioni ed esoneri.

Pertanto nel 2022 il contribuente deve dichiarare i redditi prodotti nel 2021. Il testo unico delle imposte sui redditi è abbastanza chiaro nell’indicare quali di questi vanno dichiarati e su quali si versano le imposte. Un dubbio che riguarda molti lavoratori dipendenti è quello del trattamento di fine rapporto (TFR). 

“Scrivo per avere delucidazioni in merito alla dichiarazione del TFR nel 730. Nel 2021 ero una docente a tempo determinato e ho percepito quindi il TFR dell’anno 2020. A Maggio 2022 l’INPS mi ha mandato una certificazione unica rivista in cui sono stati aggiunti il bonus bebè da me percepito nell’anno 2021 e la quota TFR erogata. Il primo sono certa che sia esente (è indicato anche nella certificazione) mentre il secondo credo che sia stato già tassato al momento dell’erogazione. Quindi è corretto non aggiungerlo in alcun rigo del 730? Grazie.” 

Il TFR e la sua tassazione, un problema comune a tutti i lavoratori al termine del rapporto di lavoro 

Dal momento che per pagare le imposte sui redditi si utilizzano le certificazioni uniche (CU) che i datori di lavoro rilasciano ai dipendenti annualmente, capita spesso che nelle CU siano presenti anche bonus e indennità tra cui anche la cosiddetta buonuscita. Emolumenti questi che possono portare a un netto aumento del reddito e di conseguenza della tassazione.

Ma le regole anche sul TFR sono abbastanza precise e salvaguardano il lavoratore. Il trattamento di fine rapporto rispetto allo stipendio normale è assoggettato a una disciplina normativa diversa e pertanto questo è argomento da approfondire. L’occasione la offre la nostra lettrice che propone proprio un quesito di questo genere e cioè sul fatto che il TFR vada o meno indicato in una dichiarazione dei redditi. Il problema fondamentale è che alla nostra lettrice le somme liquidate come trattamento di fine rapporto sono finite nella certificazione unica insieme ad altri monumenti. 

Il TFR in sintesi, cos’è la buonuscita

Prima di affrontare l’argomento della tassazione del TFR un breve riepilogo su cos’è il TFR si rende necessario. Si tratta delle somme che un lavoratore dipendente accantona mese dopo mese con il suo stipendio. Accantonamento che al netto di eventuali anticipi richiesti e percepiti dal lavoratore, viene liquidato in genere al termine del rapporto di lavoro. È evidente che più è lungo il rapporto di lavoro come durata maggiore sarà il TFR che è un lavoratore percepirà. Ed è evidente che parlando di cifre piuttosto elevate, il dubbio sulla tassazione di queste somme accantonate mese dopo mese dal lavoratore e assai importante. Anche perché il 730 è collegato all’ISEE e quest’ultimo è uno strumento utile alla fruizione di numerose prestazioni assistenziali e non che possono essere messe a rischio da un reddito troppo elevato.  

La tassazione del Trattamento di Fine Rapporto: ecco la verità  

La nostra lettrice sostiene, a ragione, che il TFR non deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi perché già tassato. Tra l’altro se con più attenzione osserva la certificazione unica rilasciatagli dal datore di lavoro, come per il bonus bebè anche per il TFR dovrebbe essere indicato che si tratta di somme da non indicare nella dichiarazione dei redditi. Nella CU dovrebbe essere riportato nero su bianco che il TFR non va indicato nella dichiarazione dei redditi.

Essendo il TFR un emolumento che finisce nelle tasche del lavoratore in un secondo momento rispetto a quando viene accantonato, e ha assoggettato ad una diversa tassazione rispetto allo stipendio. Questo non vuol dire che siano somme non assoggettate al prelievo fiscale da parte dello Stato, ma solo che non ricadono nel perimetro della tassazione IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche).  

La tassazione separata del TFR, cosa significa? 

La tassazione separata si applica al TFR. Una tassazione come per qualsiasi altra erogazione una tantum collegata al lavoro di un contribuente. È vero che il 730 funziona per periodo di cassa. I redditi da indicare sono quelli effettivamente incassati nell’anno precedente la dichiarazione dei redditi. Anche se una parte del TFR si incassa nell’anno di imposta di riferimento (anche per eventuali anticipi della buonuscita), questi emolumenti non finiscono in dichiarazione essendo assoggettati alla cosiddetta tassazione separata. Il TFR in pratica non incide sul reddito complessivo, sul reddito imponibile e non è assoggettabile all’IRPEF e alle relative addizionali comunali e regionali.  

Cosa prevede il TUIR  

È il TUIR, cioè il Testo unico delle imposte sui redditi a stabilire norme e regole anche per il TFR e la sua tassazione. E di questo tratta l’articolo numero 19 del TUIR. La buonuscita è tassata dal datore di lavoro alla fonte, cioè prima di erogarla al dipendente che, di fatto, ottiene il netto.