Un nuovo episodio di furbetto del bonus cashback. Ad essere presa di mira, anche i questo caso, è stata una stazione di rifornimento di carburante. Questa volta l’esercente ha chiamato la polizia. La vicenda, lo vogliamo chiarire subito, si è conclusa con un nulla di fatto. La pratica utilizzata dai “furbetti”, lo ribadiamo ancora una volta, è del tutto legale. Ecco cosa è successo.

Perché i furbetti effettuano più transazioni?

Il cosiddetto piano cashabck, sostanzialmente, si divide in 2 bonus distinti.

  1. Il primo è il “bonus cashback”, che consiste in un rimborso pari al 10%, fino ad un massimo di 150 euro per ogni periodo di 6 mesi, degli acquisti effettuati nei negozi fisici con qualsiasi carta di pagamento.
    Ad ogni modo, il cashback potrà essere accreditato solamente si si supera il minimo di transazioni stabilito, ossia 50 a semestre.
  2. Il secondo, invece, è il cosiddetto “super bonus cashback”, che consiste in un premio pari a 1.500 euro per i primi 100 mila partecipanti che, nel singolo semestre di riferimento, abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con carte e app di pagamento registrati ai fini del Programma. Non c’è un importo minimo di spesa.

In entrambi i casi, dunque, effettuare più transazioni conviene.

62 rifornimenti in 55 minuti per il Super Bonus Cashback

La vicenda, riportata in questi giorni dal quotidiano “La Stampa”, riguarda l’ennesimo furbetto del bonus cashback.

L’episodio è accaduto a Caraglio (in provincia di Cuneo), dove un benzinaio, la mattina, all’apertura, si è ritrovato nel self-service ben sessantadue ricevute da 6,51 euro ciascuna, in meno di un’ora.

A questo punto, lo stesso esercente avrebbe denunciato l’accaduto alla polizia, la quale non ha potuto far nulla. Quanto successo, gli è stato spiegato, non infrange alcuna regola ed è del tutto legale.

Casi del genere, stanno sempre più prendendo piede. Il problema è che a rimetterci sono gli stessi esercenti. In alcuni casi, infatti, essi si ritrovano a dover pagare commissioni stellari, come nel caso del benzinaio di Fidenza, di cui abbiamo parlato soltanto pochi giorni fa.

La questione dei furbetti del cashback, ad ogni modo, non sta passando inosservata. Di recente, anche Confcommercio si è espressa in merito a queste pratiche. Per la confederazione, tra usura degli impianti e commissioni per le transazioni, a rimetterci sono i benzinai. Per tale motivo, si chiede una norma che possa evitare quanto visto in questi primi mesi di Cashback.