La caccia ai truffatori del reddito di cittadinanza continua senza sosta. In diverse occasioni vi abbiamo già parlato di alcuni casi al limite del paradossale: come il parcheggiatore abusivo che percepiva un sussidio da ben 1.300 euro al mese o della banda di spacciatori scoperta in provincia di Pistoia.
In questi giorni, la Guardia di Finanza ha reso noto il numero delle persone smascherate nell’ultimo anno e mezzo. Le cifre sono spaventose. Si parla di 29 mila falsi poveri con il reddito di cittadinanza, scoperti soltanto nell’ultimo anno e mezzo, costati allo stato, e quindi a tutti noi, circa 288 milioni di euro.

Somme ormai bruciate, che non verranno mai più restituite. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza a 29 mila falsi poveri

Nell’ultimo anno e mezzo, la guardia di finanza ha scoperto circa 29 mila furbetti del reddito di cittadinanza. Gli illeciti si aggirano attorno ai 288 milioni di euro, ma di questi soltanto 171 milioni sono già stati percepiti; gli altri 117 milioni, invece, sono stati richiesti ma, per fortuna, non ancora riscossi. È quanto rilevato di recente dallo stesso comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, con un’intervista appena rilasciata al Corriere della Sera.

La nostra attenzione, spiega Zafarana, “è indirizzata soprattutto ai sistemi di frode più strutturati, come quelli che hanno coinvolto anche soggetti collegati ai Caf”.

Si tratta di casi di cui vi abbiamo sempre parlato, ma di certo questi numeri riescono a darci un quadro molto più ampio della portata di questo fenomeno. Non è un caso che, gli esponenti politici contrari a questa misura continuano a crescere sempre di più e appartengono a schieramenti trasversali.
Anche il ministro del turismo, Massimo Garavaglia, ha di recente dichiarato quanto segue:
“il reddito di cittadinanza ha bisogno di un aggiustamento radicale”. Ed è possibile “pensare a un’uscita graduale da questo regime”.

In Italia, spiega il Ministro, si parla di “350mila figure mancanti nel settore del turismo, con una disoccupazione del 10%, è chiaro che c’è qualcosa che non va”.