A seguito della pubblicazione della lettera di una lettrice delusa dal 110, abbiamo ricevuto in redazione tantissime email e messaggi di persone. Arrivano da utenti dello schieramento dei comuni mortali esclusi dal Superbonus, che ci chiedono a gran voce di raccontare le loro storie. E’ bastato un giorno per avere la certezza che quello riportato non è, purtroppo, un caso isolato.

110, da un lato costruttori e condomini dall’altro i comuni mortali esclusi

Una lettrice ci ha raccontato la sua storia. In pratica l’acquisto di una casa da ristrutturare in montagna, nella speranza di accedere ad un bonus che coprisse le spese, la valutazione del Sismabonus prima per poi farsi tentare dalle promesse del 110.

Basta guardarsi intorno per rendersi conto che i cantieri con il 110 sono partiti: nelle città sono molti i ponteggi montati. Ma quasi sempre si tratta di condomini oppure di demolizioni e ricostruzioni ex novo seguite da grandi costruttori. I piccoli (e parliamo sia dei proprietari singoli che delle imprese edili minori) sembrano tagliati fuori da questa possibilità. La lettera pubblicata ha scoperchiato in redazione il famoso vaso di Pandora.

Alla voce della lettrice che per prima ci ha scritto hanno fatto eco molte altre. Vi riportiamo alcuni stralci di quelle che più ci hanno colpito. Probabilmente molti si ritroveranno in una storia simile.

Chi aspetta il 110 per iniziare i lavori

Sono in tanti a raccontarci di aver fatto un investimento immobiliare sperando di poter ristrutturare casa con il 110 e, più nello specifico, di fare lavori gratis grazie allo sconto in fattura o alla cessione del credito.

La spiegazione del Governo ai paletti sulle cessioni del credito multiple, ovvero la necessità di porre un freno alle truffe sul Superbonus, non convince gli onesti:

“La signora che lamentava la difficoltà nel fare i lavori con le agevolazioni  superbonus 110 % ha ragione.

E’ chiaro che il governo Draghi ha bloccato le cessioni del credito e, quindi, il meccanismo del beneficio fiscale. Lo stesso Draghi ha definito la misura dannosa, lamentando grandi frodi (più di un miliardo di euro stimati!) e prezzi dei lavori gonfiati rispetto ai costi reali dì mercato. Due contestazioni del tutto pretestuose:
1) Le frodi ci sono in qualunque ambito: un miliardo di frodi nei superbonus non mi sembra una cosa mai vista, dato che solo per il 2014 FCA (Fiat) ha evaso il fisco per 2,4 miliardi. E che dire della Loro Piana che ha evaso per quasi un miliardo;
2)I costi “gonfiati” non dovrebbero essere un grosso problema, visto che lo stato, incassa l’IVA sull’importo, anche in caso di lavori non fatti!
In realtà,bloccare il Superbonus è stata una scelta politica: dirottare 200 miliardi di euro della comunità europea direttamente in tasca agli italiani è politicamente sbagliato (non si era mai fatto) e agevola solo il partito che lo ha pensato e messo in pratica”.

Lavori gratis solo per chi può pagarli: il paradosso del 110

In molti sono arrivati alla conclusione che il 110 in realtà sia stato pensato solo per chi ha i soldi per i lavori e li avrebbe anche senza Superbonus. Lo scrive chiaramente la signora Giovanna:

“Sono nuda proprietaria di una bifamiliare in cui vorrei e potrei eseguire lavori usufruendo di due super sismabonus e due superbonus.
I tecnici mi dicono che rientrano assolutamente nei parametri richiesti dal superbonus. Il problema è che se ti rivolgi ad una banca per la cessione del credito ti chiedono i soldi per pagare le opere (che io non ho) e a fine lavori ti rimborsano i soldi dell’agenzia delle entrate. In alternativa propongono un finanziamento per pagare le S.A.L..
Peccato che ti chiedono dei redditi idonei a pagare tutto l’importo dei lavori nel caso in cui qualcosa andasse storto.
Sconto in fattura in questo momento introvabile…
Ho 50.000 euro da utilizzare per le spese extra, ma non ho altro.
Allora il 110 è solo per chi avrebbe la possibilità di fare comunque i lavori anche senza 110? Gli altri comuni mortali che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese non hanno speranza”.

Anticipi chiesti su lavori mai iniziati

In alcuni casi al danno si aggiunge la beffa. Ad alcuni lettori sono stati chiesti soldi e anticipi per pratiche del 110 senza che i lavori siano iniziati e nonostante la chiusura dei rubinetti da parte delle banche coinvolte.

Ci racconta Flavio da Bologna: “ottobre dell’anno scorso ho comprato una casa semindipendente considerata villetta unifamiliare per il bonus, da ristrutturare perché invogliato da questo maledetto bonus.  Uso questa parola, maledetto perché ad oggi mi trovo con i lavori bloccati, e mai iniziati, per fortuna da una parte. Nel frattempo le banche mi hanno chiuso i rubinetti sia per il futuro acquisto del credito che per il prestito ponte ad esso correlato. Io non ho la liquidità per iniziare i lavori, però lo studio che mi ha seguito la pratica pretende il pagamento della parcella. Parliamo di ben 16 mila euro più Iva. Su un preventivo di 130 mila euro più Iva, come acconto dicono. Io non glieli darò mai, anche perché la parcella è legata all’ottenimento dell incentivo. Purtroppo sul contratto che ho firmato a suo tempo non viene riportata questa dicitura, me lo dissero a voce, quindi nella mia ignoranza sono stato ben raggirato da questi signori. Anche se il contratto parla di eco e sisma bonus e non di pastasciutta.

E tutto questo perché l’azienda che mi doveva fare i lavori essendo piccola non ha fatto lo sconto in fattura. Mi sono dovuto sbattere per cercare gli istituti bancari per cedere i miei crediti.
Il timore più grosso è ritrovarmi con un finanziamento di soli 60.000 sui quali pagherò 4800 euro all’anno di interessi.
Questi non mi basteranno per concludere i lavori e quindi mi lasceranno con la casa mezza fatta per cui inabitabile e  cosa più importante di tutte io mi troverò sul groppone a dover pagare un finanziamento oltre al mutuo di casa. Con uno stipendio di 1300 euro. Per cui sono proprio disperato.
E tutto questo per aver creduto che questo nostro caro governo ci facesse ristrutturare casa gratis”.

Finte fatture all’insaputa dei proprietari

E infine c’è chi nelle truffe sul 110 e delle finte fatture sui lavori è rimasto coinvolto suo malgrado e ore teme di dover pagare lavori e multe.

“Ad Agosto 2020 mio marito ed io abbiamo acquistato una vecchia casetta unifamiliare in Sardegna, spinti, come molti, dall’opportunità di farla sistemare usufruendo del contributo dello Stato.
Peccato che ad Aprile 2021 ci siamo affidati ad un General Contractor disonesto. Questo, non appena avuto la mia firma sui documenti, ha chiesto il contributo a mio nome all’Ag. Entrate. Così se l’è fatto girare in cessione emettendo, a mia insaputa, una fattura di SAL 30% riportante la data di pochi giorni dopo l’incarico.
Ora il Consorzio è ovviamente indagato, la procura ha bloccato i fondi e di conseguenza i lavori non sono mai iniziati. Ma peggio: i soldi stanziati a mio nome chissà dove sono già finiti! Mi ritrovo a dovermi tutelare tramite legale. Solo che anche lui, data la recente e, come sempre in Italia, nebulosa normativa, brancola nel buio…
Sono molto amareggiata, come tutti quelli che sono caduti in questa trappola. Ma sono, soprattutto, molto preoccupata. Quando, entro il 31/12/22 I lavori non verranno eseguiti e quindi decadrà il mio diritto ad avere il credito, a chi verrà richiesta la restituzione?
Senza contare che noi non risiediamo in Sardegna ma in Liguria. Aspettando la fantomatica apertura del cantere, siamo rimasti in “ostaggio” in Sardegna da Giugno 2021 e siamo qui tuttora, speranzosi. L’area legale del Consorzio continua ad assicurarci che in un modo o nell’altro questi lavori saranno eseguiti in tempo utile”.

Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]
“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.
Non si forniscono risposte in privato.”