Proprio di ieri la notizia delle dimissioni del Ceo McDonald’s, Steve Easterbrook. Il motivo ufficiale è quello di aver avuto una relazione con una dipendente del gruppo, ma, a ben guardare l’andamento dei bilanci della società, legati a delle politiche aziendali nefaste e ampiamente discutibili, il beneficio del dubbio è sempre concesso.

Da un po’ di anni a questa parte, McDonald’s, come anche altre grosse società statunitensi, hanno e continuano ad adottare un uso scellerato della politica del cosiddetto buy back ossia dell’acquisto di azioni proprie.

Il Buy Back, in linea di principio, è uno strumento che se usato correttamente può dare notevoli benefici soprattutto agli azionisti, infatti la conseguenza naturale è quella di un aumento del valore del titolo, come da regola aurea: più un bene è scarso più questo acquista valore.

 

Ma allora che sta succedendo?

Arne Alsin nel suo articolo “McDonald’s: Burgers, Fries And Stock Buybacks” pubblicato su Forbes.com il 27 aprile 2017, spiega i motivi per i quali i dirigenti Mcdonald’s, negli ultimi anni, stiano spendendo oltre 20 miliardi di dollari di liquidità per acquistare azioni della società, in un contesto, come se non bastasse, di assoluto dissesto finanziario ed in presenza di un indebitamento ormai fuori controllo.

 

I bilanci della società

Prima di andare oltre, vediamo un pò di numeri che la società ha registrato negli ultimi anni.

Il titolo, come anticipato, si trova in un vero e proprio disastro finanziario e patrimoniale dal quale, complice il management, non riesce proprio ad uscirne. L’info-grafica di simplywall.st.com, mostrata di seguito, ci dà un colpo d’occhio eloquente di quella che è attualmente la situazione in cui versa la società.

Patrimonio netto negativo, che peggiora di anno in anno, e indebitamento ormai inarrestabile.

Il patrimonio netto negativo è una condizione che si verifica raramente, i fattori che lo possono determinare sono due: reddito netto negativo oppure, ed è questo il caso in esame, acquisto di azioni proprie, che ai sensi dell’IAS n.32 – IASB – Principio contabile internazionale (IAS) 3 novembre 2008 paragrafo 33: «Qualora un’entità riacquisti propri strumenti rappresentativi di capitale, quegli strumenti («azioni proprie») devono essere dedotti dal capitale. Nessun utile o perdita deve essere rilevato nel conto economico all’acquisto, vendita, emissione o cancellazione degli strumenti rappresentativi di capitale di un’entità. Tali azioni proprie possono essere acquistate e detenute dall’entità o da altri componenti del gruppo consolidato. Il corrispettivo pagato o ricevuto deve essere rilevato direttamente a patrimonio netto».

In altre parole, da un punto di vista contabilmente, l’acquisto va rilevato, con segno negativo, fra le parti ideali del netto patrimoniale.

Non migliore la situazione reddituale. Anche se il reddito netto è in crescita, i ricavi, come anche la clientela, di anno in anno sono in costante declino.

Dati Investing.com

 

Volendo evitare una completa trattazione dell’analisi dei bilanci della società, ciò basta per capire le condizioni in cui versa la stessa.

 

La politica dei Buy Back e l’enorme conflitto d’interessi dei dirigenti

I buy back sono un uso non produttivo del capitale. Non vi è alcun rimborso per la società per questi riacquisti.

Se i riacquisti non aiutano l’azienda, perché i dirigenti di McDonald’s continuano ad investire miliardi in azioni? È qui che entra in gioco un sostanziale conflitto d’interessi. Nonostante le vendite siano in calo e il debito in aumento, gli incentivi totali dei dirigenti McDonald’s sono in forte espansione. Come mai?

Una grande percentuale di incentivi percepita dai dirigenti McDonald’s si basa sul raggiungimento della crescita dei cosiddetti “Utili per azione (EPS)”, uno dei multipli di prezzo più conosciuti ed utilizzati dagli analisti. Quando una società effettua un riacquisto, riduce il numero di azioni (posto al denominatore), il che gonfia automaticamente l’EPS senza che vi siano stati benefici reali derivanti dagli utili.

I dirigenti di McDonald, secondo quanto afferma Arne Alsin, guadagnano oltre l’80% della loro retribuzione in base alle performance basate, per l’appunto, sugli EPS.

Questo è un gioco pericoloso per gli azionisti di tutto il mondo, e non solo per McDonalds: poiché controllando il numero di azioni attraverso i riacquisti, i dirigenti aziendali controllano il proprio compenso. Tutto ciò, inevitabilmente, si sta ripercuotendo sui prezzi di quotazione del titolo, che nelle ultime sedute hanno fatto registrare forti cali e molteplici segnali tecnici d’inversione ribassista.

 

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