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Oggi: 05 Dic, 2025

In Francia è caccia anche ai falsi disoccupati per risparmiare sui sussidi

Il governo Bayrou sta cercando di tirare la cinghia per risanare i conti pubblici e nel mirino sono finiti anche i "falsi disoccupati".
5 mesi fa
2 minuti di lettura
Caccia ai falsi disoccupati in Francia
Caccia ai falsi disoccupati in Francia © Licenza Creative Commons

Servono 43,8 miliardi di euro per cercare di abbassare il deficit al 4,6% del Pil nel 2026. In Francia è caccia ai risparmi di spesa e nel mirino stanno finendo un po’ tutti. I lavoratori dovranno rinunciare a due giorni festivi – Pasquetta e l’8 maggio – mentre ci saranno tagli alla sanità per 5 miliardi con la previsione tra le altre cose di un raddoppio della franchia per ciascun assicurato a 100 euro l’anno per l’acquisto di medicinali. E il premier François Bayrou vuole affrontare anche il problema dei “falsi disoccupati”. Obiettivo: risparmiare sui sussidi erogati.

Servono risparmi sui sussidi di disoccupazione

La questione è un po’ complessa.

Il suo predecessore François Fillon approvò nel 2008 una legge sulle cosiddette “ruptures conventionelles”, cioè sulle risoluzioni convenzionali dei contratti di lavoro. In pratica, introdusse una via di mezzo tra licenziamento e dimissioni volontarie per rendere più flessibile la legislazione sul lavoro, che in Francia era e resta particolarmente rigida. In cosa consiste la pratica? Datore di lavoro e lavoratore possono concordare la risoluzione del contratto. Il secondo rinuncia a contestare il primo e si risparmiano risorse e tempo.

Questa pratica avrebbe portato alla crescita del fenomeno dei “falsi disoccupati”. Solamente l’anno scorso, ad esempio, sono state siglate più di 500.000 risoluzioni convenzionali. Per il premier si tratterebbe in molti casi di “démissions deguisées”, cioè dimissioni mascherate. A quale fine? Chi sottoscrive tale accordo, ha il diritto a ricevere il sussidio di disoccupazione. Molti lavoratori francesi, quindi, fingerebbero di firmare accordi con il datore di lavoro per uscire dall’azienda.

In realtà, starebbero semplicemente approfittando di questa possibilità legale per dimettersi e incassare ugualmente il sussidio.

Macron cambia idea sugli accordi impresa-lavoratori

Già l’anno scorso il presidente Emmanuel Macron aveva tuonato contro la misura, contravvenendo a una sua stessa promessa elettorale. Ha prospettato restrizioni, come la previsione di un piano alternativo da parte del lavoratore. Prima delle elezioni presidenziali del 2022, però, aveva garantito ai cittadini che le risoluzioni convenzionali sarebbero state rese possibili ogni 5, 6 o 7 anni. Ragioni di bilancio gli hanno fatto cambiare idea.

Fatto sta che i francesi sono passati dall’idea di lavorare solo 35 ore a settimana all’abolizione di due giorni festivi e persino a leggi più restrittive per incassare il sussidio di disoccupazione. Bayrou è stato chiaro: “dobbiamo lavorare di più”. Difficile da digerire per un popolo di vacanzieri e molto geloso dei propri diritti. A sinistra la caccia ai falsi disoccupati viene da mesi ritenuta inappropriata. Le Monde, ad esempio, contesta i numeri e sostiene che dietro alle risoluzioni convenzionali il fenomeno delle dimissioni mascherate sia meno frequente di quanto vogliano fare intendere l’Eliseo e Palazzo Matignon.

Caccia ai falsi disoccupati sì o no?

Destra e sinistra concordano sulla necessità di sfiduciare Bayrou. C’è un problema? Il bilancio va comunque risanato. Per loro sarebbe meglio che le misure più impopolari fossero attuate adesso, così dal 2027 chiunque succederà a Macron si ritroverà a gestire conti pubblici meno malmessi.

E il primo ministro è stato chiaro sulla volontà di fare il lavoro sporco per tutti. Chiede di essere lasciato libero di operare fino a quando sarà necessario.

In Italia è accaduto qualcosa di simile con i governi tecnici. In particolare, quello guidato per meno di un anno e mezzo dal Prof Mario Monti è rimasto nell’immaginario nazionale così impopolare da avere travolto elettoralmente i partiti che lo sostennero. Il Partito Democratico ha perso da allora credibilità tra le fasce sociali più deboli, mentre a destra è stata Forza Italia ad essersi eclissata. E tutto si può rimproverare alla classe politica francese, fuorché di essere ignorante. Se ha seguito il caso italiano, sa che l’opportunismo rischia di essere pagato a carissimo prezzo. La caccia ai falsi disoccupati del resto si presenta come meno impopolare delle altre misure varate dal governo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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