Secondo i dati Eurostat per il 2016, l’Italia è il secondo stato europeo per numero di posti letto disponibili nel settore ricettivo. Nel Belpaese ne esistono 4,9 milioni, in crescita di 63.000 unità rispetto al 2015, ma la classifica resta dominata dalla Francia, stabile a 5,1 milioni di unità. In tutta la UE risultavano disponibili nel 2016 31,2 milioni di posti letto. Dietro all’Italia troviamo la Spagna con 3,5 milioni, seguita dai 3,3 milioni della Germania e con meno di 1,4 milioni si colloca al quinto posto l’Olanda.

Dunque, un posto letto su 6 in Europa si trova in Italia e le distanze con il primato francese si stanno accorciando. Il gap potrebbe anche essere colmato nei prossimi anni, tenendo conto del trend positivo del turismo nel nostro paese, contrariamente a quanto accade per alcuni tra i nostri principali rivali europei. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Turismo dell’ONU (UNWTO), la Francia nel 2016 si è confermata prima anche per presenze di turisti con 72,86 milioni, ma in calo del 2%, seguita dagli USA con 75,6 milioni (-3%) e dalla Spagna con 75,56 milioni (+10%).

Cina e Italia si collocano al quarto e quinto posto rispettivamente della classifica con poco meno di 60 milioni di turisti. E se lo scorso anno da noi si registrava una tendenza stabile, quest’anno si è avuta una crescita, probabilmente legata anche alle difficoltà di paesi come la Francia ad attirare nuovi turisti dopo la serie di attentati, che hanno insanguinato le sue strade tra il 2015 e il 2016. (Leggi anche: Turismo in Italia, crisi in cifre)

Gli effetti dell’attentato a Barcellona

E’ notizia di pochi giorni fa l’attentato di matrice islamista a Barcellona, che ha provocato 15 morti tra i turisti a La Rambla, tra cui 2 italiani. Le conseguenze di tale evento dovrebbero portare a un calo di presenze di stranieri nella capitale catalana, forse in tutta la Spagna, ma gli esperti del settore rassicurano che la contrazione dovrebbe durare tra 3 e 6 mesi, tranne che non vi saranno nuovi attacchi negli stessi luoghi.

Lo scorso anno, Barcellona ha ospitato 7,6 milioni di turisti stranieri, perlopiù provenienti da Francia, Italia e Germania.

D’altra parte, nonostante tra maggio e giugno il Regno Unito sia stato sconvolto da terribili attentati a Manchester e a Londra, registra da allora un boom di turisti stranieri del 7%, giovandosi anche della sterlina debole, che rende più conveniente trascorrervi qualche giorno per un cittadino dell’Eurozona, in particolare.

E tra cambio debole (-50% da novembre) e prezzi stracciati di alberghi e voli per attirare turisti dopo gli attentati dell’ultimo biennio, l’Egitto vola nella classifica internazionale per aumento di turisti rispetto al 2016, segnando un grandioso +51%, secondo solo al +57,8% messo a segno dalla Palestina. (Leggi anche: Vacanze estate 2017, ecco le mete più convenienti per i turisti italiani)

Boom del turismo negli ultimi 20 anni

Più in generale, nei primi 4 mesi dell’anno sono aumentati del 6% i turisti nel mondo, arrivando a 369 milioni (+21 milioni). Tra il 1995 e il 2016, il loro numero è più che raddoppiato a 1,2 miliardi, grazie al diffondersi delle compagnie aeree low-cost, ma anche all’apertura delle frontiere di quella parte del mondo chiusa al resto del mondo fino alla metà degli anni Novanta o anche dopo, come gli ex regimi comunisti dell’Europa orientale. Che l’Europa stia beneficiando del trend lo confermerebbe anche il fatto che tra Francia, Spagna e Italia, il numero di turisti sul totale nel mondo ammonta a quasi un quinto, nonostante questi tre paesi messi insieme rappresentino poco più del 2% della popolazione mondiale.

Il turismo, sempre secondo l’UNWTO, creerebbe direttamente e indirettamente un decimo dei posti di lavoro di tutto il mondo, pesando per l’8% del pil in Francia e l’11% in Spagna.

Per entrate generate dalle spese effettuate dai turisti, invece, al primo posto troviamo gli USA con oltre 200 miliardi di dollari, mentre la Spagna è seconda con 60 miliardi, seguita da Thailandia e Cina. Si consideri, però, che in rapporto al pil questi dati si traducono in un contributo di appena l’1,1% per gli USA, salendo a oltre il 4% in Spagna. (Leggi anche: Quanto spendono i turisti italiani in vacanza?)