Nei giorni scorsi, una sentenza della Corte di Giustizia UE ha terremotato nuovamente il settore del credito in Polonia, facendone tremare le banche. I giudici europei del Lussemburgo hanno accolto il ricorso di una coppia polacca, dichiarando “illegali” le condizioni dei mutui in franchi svizzeri erogati negli anni passati e aprendo alla loro conversione in zloty ai tassi di cambio più favorevoli per i mutuatari. In attesa che siano le autorità di Varsavia a decidere se recepire la sentenza europea così com’è, le banche polacche tornano a tremare.

Ancora oggi, infatti, quasi un terzo dei mutui risulta erogato nel paese in franchi svizzeri, una percentuale pur in netto calo dal picco del 50% toccato prima della fine del cambio minimo annunciata a sorpresa da Zurigo. Parliamo di prestiti per complessivi 124 miliardi di zloty o 28,5 miliardi di euro, pari al 5,7% del pil del 2018.

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Procediamo con ordine. Oltre una decina di anni fa, molte famiglie in Polonia decisero di approfittare dei bassissimi tassi d’interesse in vigore sui prestiti in franchi, contraendo mutui nella valuta elvetica. Nessun problema fino alla metà di gennaio del 2015, quando la Banca Nazionale Svizzera sganciò il cambio dall’euro, accettando suo malgrado una forte rivalutazione. Per decine di migliaia di clienti polacchi, un salasso. Avevano preso in prestito denaro a un cambio di meno di 2 zloty per un franco e si ritrovarono fino a 5 zloty per un franco.

Banche polacche tremano

La questione divenne immediatamente politica e probabilmente contribuì alla vittoria della destra conservatrice ed euro-scettica di PiS, che tra 5 giorni dovrebbe trionfare nuovamente alle elezioni politiche. Nel 2015, il nuovo governo impose la conversione di quei mutui ai tassi di cambio più favorevoli ai clienti, sebbene l’authority finanziaria successivamente annullò la decisione, giudicandola insostenibile per le banche.

Fu creato un apposito fondo pubblico, finanziato dagli stessi istituti, al fine di dare sollievo alle famiglie più in difficoltà. Adesso, la sentenza europea, dando ragione ai mutuatari, rischia di scatenare una pioggia di ricorsi, persino da parte di chi il mutuo lo ha già interamente rimborsato.

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Dei 700.000 mutuatari in valute straniere, solo 16.700 risultano ad oggi avere fatto causa alla propria banca. Ora, però, i giudici europei hanno sentenziato in loro favore, potenzialmente consentendo loro di richiedere non solo la conversione in zloty ai tassi favorevoli, bensì pure la restituzione degli interessi “extra” già versati. In tutto, si stima che le banche polacche verrebbero chiamate a sborsare tra 20 e 60 miliardi di zloty, qualcosa come 4,5-14 miliardi di euro, corrispondenti a 1,5-5 volte i profitti registrati dal settore nel 2018. Per fortuna, le banche hanno accantonato grosso modo riserve per fronteggiare uno scenario legale avverso, ma ciò non ha impedito alle loro azioni di perdere mediamente quasi il 5% quest’anno, ripiegando di circa il 13% dall’apice di giugno, quando iniziava a farsi strada la direzione che avrebbero imboccato i giudici europei.

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