Cos’altro può accadere di storto in Turchia in questo periodo? Una truffa delle criptovalute. A distanza di una settimana dal divieto della banca centrale di Ankara di fare trading con le monete digitali, ecco il caso. Nel mirino delle autorità è finita Thodex, la piattaforma che consente la compravendita di criptovalute e che mercoledì ha pubblicato sul suo sito un messaggio. In esso, faceva presente che le operazioni di trading sarebbero state sospese per 4-5 giorni, al fine di valutare una proposta di partnership non meglio specificata.

Un certo Mehmet, di 34 anni, dopo essere andato nel panico e fiutando il rischio di truffa delle criptovalute, ha contattato la polizia. Da allora sono partite le indagini. Nel frattempo, i profili Twitter dei dirigenti di Thodex erano stati rimossi, tra cui quello del proprietario Faruk Fatih Ozer, un ragazzo tra i 27 e i 28 anni. Attoniti ben 391.000 piccoli investitori iscritti alla piattaforma, per la quasi totalità attivi. I capitali con cui Ozer sarebbe fuggito ammonterebbero a 2 miliardi di dollari.

Truffa delle criptovalute, i fatti

Dal governo, venerdì arriva il sospetto che il giovane sia scappato in Thailandia o Albania. Ma è quest’ultima pista a prendere il sopravvento, quando il ministro degli Esteri turco contatta il suo omologo di Tirana per chiedere collaborazione e spiccando un mandato di cattura internazionale con annessa richiesta di estradizione. In Turchia, 62 persone vengono arrestate e su altre 12 sono emessi altrettanti ordini di carcerazione. Ozer si rifà vivo su Twitter per negare le accuse di avere organizzato una truffa delle criptovalute. Parla di “campagna diffamatoria” nei confronti della sua azienda e racconta di trovarsi all’estero per incontrare potenziali soci in affari.

Quanto alla sospensione delle attività, si difende sostenendo che nel corso di controlli legati a una possibile offerta di terzi sia emerso che 30.000 iscritti sarebbero sospetti. Per questo, il sito avrebbe avuto bisogno di una manutenzione, al fine di effettuare i dovuti accertamenti.

Sta di fatto che negare ai clienti di accedere ai conti per un tempo così elevato nel mondo delle criptovalute può decretare la morte di un investimento. E quanto accaduto poco prima di mercoledì fa temere che effettivamente di truffa delle criptovalute vera e propria si tratti.

Nelle ore precedenti alla sospensione del trading, diversi iscritti notarono che il prezzo di dogecoin fosse del 30% più basso di quello vigente sulle altre principali piattaforme. In tanti si precipitarono a comprarlo, ma al momento della richiesta, la criptovaluta veniva trattenuta. Nelle 24 ore precedenti il blocco del sito, le compravendite schizzavano a 585 milioni di dollari, di cui per il 53% riguardanti proprio i dogecoin e per appena 10 milioni i ben più noti Bitcoin.

La crisi turca si aggrava

La popolarità di Thodex deriva dal boom che in questi mesi sta avendo il trading di criptovalute in Turchia. Migliaia di piccoli risparmiatori cercano di mettere in salvo i loro sacrifici dall’alta inflazione. Questa è esplosa al 16% a marzo. La lira turca non fa che indebolirsi dopo il licenziamento del terzo governatore centrale dal luglio 2019. E già quest’anno perde più dell’11% contro il dollaro, portando il calo al 16% in un anno e a più dell’80% in 10 anni. Per cercare di arginare il rischio di una fuga dei capitali a favore dei Bitcoin, le autorità hanno disposto il divieto di trading in Turchia a partire dalla fine di questo mese.

Questa truffa delle criptovalute non infanga soltanto un mercato già guardato con estremo sospetto, ma peggiora il clima di fiducia verso il sistema finanziario turco. Non è forse un caso che ieri la lira turca scambiasse a 8,38 contro il dollaro, in calo di circa l’1% giornaliero e in prossimità del suo minimo storico.

Il mondo dei Bitcoin può anche confermarsi poco sicuro, ma non per questo le famiglie turche torneranno a guardare con occhi più benevoli alla loro moneta.

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