Le opposizioni sono partite all’attacco della maggioranza dopo la proposta di legge presentata dalla Lega di innalzare il tetto al contante a 10.000 euro. La premier Giorgia Meloni ha subito fatto sapere in Parlamento di essere favorevole, dato che la misura rientra nel programma di governo della coalizione di centro-destra. Rispetto alla richiesta di Albergo Bagnai di portare il limite massimo a 10.000 euro, tuttavia, la sua intenzione sarebbe di arrivare a una cifra compromissoria: 5.000 euro.

Perché il contante serve

L’attuale legislazione consente ai cittadini di pagare in Italia in contante fino a 1.999 euro.

A partire dall’1 gennaio prossimo, il limite sarà abbassato a 999 euro, ossia riportato ai livelli vigenti tra il 2011 e il 2015. Fu l’allora governo Renzi ad averlo triplicato a 2.999 euro. Il suo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (ex deputato PD), allora dichiarò testualmente che non vi fosse alcuna correlazione tra uso del contante ed evasione fiscale.

Forza Italia frena. Tramite il vice-presidente alla Camera, Giorgio Mulè, fa sapere che la questione non rientra tra “le priorità” del nuovo governo. Tuttavia, bisognerà assumere una decisione entro l’anno, altrimenti scatterà la soglia dei 1.000 euro. Alla base di questa scelta, esistono almeno due ragioni. Fuori da ogni ipocrisia, esistono vagonate di liquidità custodite in parte nelle cassette di sicurezza e in parte sotto i materassi degli italiani.

Questo fiume di banconote non può essere ad oggi agevolmente portato alla luce proprio per i suddetti limiti all’uso del contante. Innalzare la soglia significherebbe offrire l’opportunità a denari frutto di attività sommerse e finanche illecite di entrare in circolo, cioè di sostenere i consumi. Scandaloso? No, il vero scandalo consiste per lo stato nel non riuscire a fermare l’economia sommersa e la criminalità. Una volta che i danni sono stati prodotti, che quel denaro circolare nell’economia formale per produrre benessere.

Sarebbe il minimo indispensabile per “risarcire” la società, sostenendone i consumi, oltretutto, in una congiuntura abbastanza seria.

Arma contro strapotere delle banche

Altro aspetto: l’uso del contante deve essere sempre garantito quale arma del cittadino per sottrarsi alle logiche altrimenti monopolistiche e predatore del sistema bancario. Se tutto il denaro dovesse passare per le banche, queste farebbero il bello e il cattivo tempo. Potrebbero decidere finanche di stangarlo a colpi di commissioni senza che i clienti possano reagire in alcun modo. E lo stato potrebbe adocchiarlo per imporvi un prelievo forzoso, similmente a quanto accadde nel 1992. Con la differenza che, non avendo alternative, i cittadini dovrebbero soggiacere alle decisioni dei governi.

L’uso del contante rimane un presidio di libertà da difendere strenuamente. I pagamenti elettronici sono uno strumento straordinariamente positivo per abbattere tempi e spesso costi nella regolazione degli scambi, nonché per accrescerne la sicurezza. Ma non è con la coercizione che si può e si deve tendere al progresso. E, soprattutto, bisogna sempre lasciare al cittadino una via di fuga, un’alternativa grazie alla quale possa eventualmente difendersi dal sistema di interessi consolidato e che un giorno potrebbe rivelarsi arrogante e discriminatorio. Infine, la delegittimazione del contante rischia di far perdere fiducia nell’euro in quanto moneta a corso forzoso. Se anche il governo ci lascia intendere che sarebbe meglio rimpiazzarlo con alternative elettroniche, quale credibilità manterrà mai il sistema monetario?

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