Saranno otto i miliardi di euro destinati al taglio delle tasse e nella maggioranza si deve ancora trovare un accordo sull’imposta sulla quale concentrarsi: IRPEF o IRAP o entrambe? La coperta è corta e le parti la tirano da entrambi i lati. Al Ministero di economia e finanze (Mef), le soluzioni allo studio sono 5-6. I dati certi sono i seguenti: tagliare l’aliquota del 38% sui redditi tra 28.000 e 55.000 euro all’anno costa allo stato 1 miliardo per ogni 1%. Ritoccare l’aliquota del 27% sui redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro costa, invece, allo stato 2 miliardi per ogni 1%.

Infine, eliminare l’IRAP sulle sole società di persone (ditte) comporta minori introiti per 2 miliardi.

Le diverse soluzioni discusse in maggioranza

A questo punto, la maggioranza è divisa sia sull’aliquota su cui intervenire, sia se intervenire sull’IRPEF. Ad esempio, il PD chiede l’abbattimento del cuneo fiscale, vale a dire della contribuzione che s’insinua tra lavoratore e impresa. In subordine, preferirebbe tagliare la seconda aliquota del 27%, così come chiede anche il Movimento 5 Stelle. Lega e Forza Italia sono per tagliare l’aliquota del 38%. Quanto all’IRAP, la discussione gira tutta intorno a due possibili alternative: abrogare l’imposta per le società di persone o, indipendentemente dalla forma giuridica, su tutte le imprese con fatturato sotto un certo limite.

A conti fatti, un possibile compromesso potrebbe consistere nel destinare al taglio dell’IRPEF 6 miliardi e all’IRAP 2 miliardi. Così facendo, il governo potrebbe o ridurre l’aliquota del 38% al 32% o portarla al 34-36% e al contempo abbassare l’aliquota del 27% al 25-26%. Sembrerebbe, però, che l’intenzione sia di destinare il taglio dell’IRPEF a una sola aliquota per rendere più visibili i benefici ai contribuenti. Confindustria lamenta l’inadeguatezza delle risorse, puntando a un taglio di 13 miliardi ed esclusivamente contributivo.

Ma l’individuazione della platea dei beneficiari non è l’unico problema da risolvere.

Gli uffici del Senato notano come non vi sia ancora stata alcuna copertura del taglio delle tasse. Questo significa che per il momento il governo “dei migliori” lo starebbe ipotizzando in deficit. Ma uno stato con un debito pubblico sopra il 150% non può permettersi di compiere simili ragionamenti. Ed ecco che o si trovano 8 miliardi di riduzione della spesa pubblica o 8 miliardi di nuove tasse da qualche altra parte o un mix di entrambe le cose.

Simulazione taglio dell’IRPEF

E adesso cerchiamo di capire quali sarebbero i benefici per i contribuenti a seconda della soluzione prescelta dal legislatore: se tutto il taglio dell’IRPEF si concentrasse sull’aliquota del 27%, chi possiede un reddito lordo annuo di 28.000 euro otterrebbe un beneficio di 390 euro all’anno, 32,50 euro al mese. Se si concentrasse per intero sull’aliquota del 38%, chi possiede un reddito lordo annuo di 55.000 euro otterrebbe un beneficio di 1.620 euro all’anno, 135 euro al mese. Infine, supponendo che l’aliquota del 27% scendesse al 25% e quella del 38% al 36%, un reddito di 28.000 euro otterrebbe un beneficio di 260 euro all’anno (21,67 euro al mese) e un reddito di 55.000 euro di 800 euro all’anno (66,67 euro al mese).

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