Se si va a cercare su Amazon il libro Sulla Ricchezza, autore Flavio Briatore, ci si imbatte subito in una sorpresa. La stessa Amazon, infatti, indica l’opera del noto imprenditore come una delle più lette. Il balzo di Sulla Ricchezza ai vertici della classifica Amazon dei libri più letti non è affatto casuale o estemporaneo. Sono già infatti alcune settimane che il libro, edito da Sperling & Kupfer, è nei piani alti della classifica. Dal punto di vista commerciale, quindi, il lavoro editoriale di Flavio Briatore è stato un successo del quale anche i detrattori del noto imprenditore hanno dovuto prendere atto.

Piaccia o non piaccia gli italiani hanno letto il libro di Briatore. Questo ovviamente non significa che l’opera sia stata apprezzata o che sia esente da critica. E’ però un dato di fatto, ribadito anche da Sulla Ricchezza, che il personaggio Briatore, amato o odiato, è comunque onnipresente nei discorsi degli italiani.

sulla ricchezzaSecondo alcune voci malfidenti, il successo editoriale dell’ultimo libro di Briatore è da imputare ad una “curiosa” convergenza temporale. In pratica Sulla Ricchezza è in distribuzione dalla scorso 24 aprile ossia da quando, grossomodo, è esploso il caso del Twiga Otranto. Mentre di quello che doveva essere il fiore all’occhiello del turismo di lusso in Salento oggi restano solo i cartelloni pubblicitari all’arrivo all’aeroporto di Brindisi (Twiga Otranto: alla fine Briatore resta solo sui cartelloni, stagione praticamente saltata), Sulla Ricchezza è diventato un fenomeno editoriale.

Sulla Ricchezza di Briatore: a chi parla

Chiariamo subito che questa non è una recensione del libro Sulla Ricchezza di Briatore. Essendo InvestireOggi un sito economico-finanziario proveremo a capire a chi parla Flavio Briatore con il suo libro. Al di là della curiosità che l’opera del re del Twiga può suscitare, è innegabile che il lettore tipico abbia caratteristiche bene definite. Briatore non lo nomina mai con nome e cognome ma è palese che le critiche rivolte al sistema-Italia dal noto imprenditore siano le critiche del popolo delle partite iva, di quello dei commercianti tartassati, di quella che un tempo era la classe media imprenditoriale ma anche di studenti che sognerebbero qualcosa di diverso e invece si ritrovano sempre con la solita Italia.

Il tipo umano a cui parla Briatore è il titolare dell’azienda tartassato da controlli di ogni tipo e il commerciante in attesa delle autorizzazioni da parte del comune da anni. Nè più ne meno, quindi, le vittime del sistema Italia come certificato dalla stessa CGIA di Mestre (Aziende italiane tartassate da controlli: conferma da CGIA, Briatore ha ragione).

E’ proprio perchè il destinatario del messaggio di Briatore è noto che il libro del noto imprenditore diventa “quasi” scontato. Come emerge da alcune recensioni presenti sullo stesso sito di Amazon, infatti. “Sulla ricchezza” di Briatore ha il merito di fotografare quella che certamente è una situazione innegabile ma il demerito di non aggiungere nulla di più a quello che già si sapeva. Del resto è dai tempi di Montanelli che “Quando un italiano vede passare una macchina di lusso, il suo primo stimolo non è averne una anche lui, ma tagliale le gomme”. Per dirla in parole semplici, si sa che l’italiano è invidioso e profondamente provinciale solo perchè vorrebbe essere ricco e avere successo.

Libro Briatore Sulla Ricchezza: manifesto politico?

Citando una serie di esempi che hanno anche catturato negli anni scorsi l’attenzione dei media, Briatore descrive tutto quello che all’Italia servirebbe per poter essere davvero competitiva. L’impressione, però, è che i pur presenti accenni alle riforme necessarie (a partire da quella fiscale) abbiano un vizio di fondo che riduce quella che è la loro portata. Il tema portate del libro di Briatore, infatti, riguarda la necessità di un cambio di rotta che è in primo luogo culturale e riguarda la concezione stessa della ricchezza.

Il riferimento a un sud Italia che rischia di fare la fine della Grecia, laddove questo non sia effettivamente già avvenuto, lascia poi poche speranze di rilancio.

In questo contesto è praticamente inevitabile che si giunga ad una conclusione di questo tipo: se quello che può salvare l’Italia è un preciso cambio di rotta, perchè Briatore non entra in campo? La domanda, a guardar bene, è priva di fondamenta perchè il programma potenzialmente briatoriano ricorda quello del primo Berlusconi ma anche parti degli intenti di Renzi.

E proprio alla luce di come sono andate a finire le stagioni di Berlusconi e di Renzi, quello prospettato da Briatore appare come un rilancio impossibile.

 

Del resto nello stesso libro il noto imprenditore afferma: “Se non è il benessere, l’occupazione, la crescita e, si, la ricchezza ciò che questo Paese vuole per se stesso, allora siamo perfetti così”.