L’emergenza coronavirus ha spinto gli italiani a cambiare abitudini anche per la spesa. Da alcune ricerche è emerso che sono aumentati in maniera consistente i cittadini che hanno deciso di affidarsi alla spesa online mentre sembra calare l’interesse per il supermercato a causa delle lunghe file. Crescono invece gli acquisti nei negozi di quartiere

Da quando siamo confinati a casa, non si è fatto che parlare della spesa online e in genere del ‘problema’ supermercati. Da un lato chi voleva fare la spesa online trovava parecchie difficoltà a causa dei troppi ordini con ritardi anche di una settimana per riceverla a casa, oggi fortunatamente difficoltà superate.

D’altro canto, le file ai supermercati stanno diventando un problema per molti. Ecco allora che, oltre a crescere gli acquisti sul web, si stanno riscoprendo i negozi di quartiere. A dirlo i dati Nielsen e un’indagine di Nomisma secondo cui, piuttosto che fare lunghe file al supermercato, in molti stanno tornando a fare la spesa nel negozio di vicinato o presso le filiere corte, dove sono sempre più richiesti i prodotti del mercato contadino o gli ingredienti per fare il pane o i dolci in casa. In genere a volare è la spesa online, soprattutto al Nord-Est e cresce anche l’interesse per i negozi di vicinato e i prodotti del Made in Italy a chilometro zero. Nel frattempo è nato anche il portale epportala.it per i negozi di vicinato che ora possono pubblicare i propri annunci di prodotti con consegna a domicilio in maniera del tutto gratuita.  

Ovviamente l’abbandono ai supermercati non è definitivo ma solo temporaneo. Gli italiani preferiscono evitare le lunghe file a cui spesso sono obbligati per entrare nel punto vendita ma torneranno alle vecchie abitudini quando il periodo di lockdown sarà finito. 

Come cambia la spesa

A cambiare sono anche i prodotti acquistati, ora si comprano molti più cibi surgelati e prodotti a lunga conservazione e materie prima, soprattutto farine e lievito di birra, praticamente introvabile.

Gli italiani, insomma, da un lato si sono improvvisati chef e ora amano preparare dolci, pizze e pane in casa, dall’altro non rinunciano a prodotti comodi che si mantengono a lungo per le emergenze. 

Secondo Giuseppe Stigliano, docente universitario di retail marketing allo Iulm di Milano: “Le vendite di farina per esempio sono aumentate del 185%. Quelle di guanti di lattice di ben il 362%. Mentre sono scese del 100% le vendite di profumi e cosmetici. Una ricerca ci dice che il 57% degli italiani si sta concentrando sull’essenziale”. Il fenomeno è spiegabile nel termine panic buying, una sorta di corsa all’acquisto di beni rifugio, uno shopping compulsivo che ha varie spiegazioni, una su tutte la paura di rimanere senza approvvigionamenti o di non trovare il prodotto desiderato. La paura di ammalarsi, della chiusura in casa forzata ma anche il fatto che ognuno ha il suo menù spinge gli italiani ad acquistare più prodotti in maggiori quantità, oltre che preferire determinati prodotti rispetto ad altri. Sarà un caso quindi che farina e lievito sono ormai introvabili? 

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