I datori di lavoro si interrogano se dopo la fine dell’emergenza sia meglio tornare alla modalità pre-pandemia o sia preferibile lasciare ai propri dipendenti la possibilità di scegliere se lavorare da casa o in ufficio. Intanto, negli Stati Uniti qualcosa già si muove in merito allo smart working.

Jp Morgan e Goldman Sachs hanno deciso di richiamare in ufficio il personale, accantonando dunque la modalità del tele-lavoro, che tanto invece ha spopolato nel Vecchio Continente. Rimane ancora oggi un punto interrogativo, invece, la posizione di Google, con il colosso di Mountain View che dovrebbe puntare su un modello ibrido, offrendo ai propri lavoratori quella flessibilità tanto agognata.

E in Italia?

Proroga smart working emergenziale, il nuovo termine potrebbe essere fissato alla fine del 2021

Ad oggi il termine dello smart working emergenziale è fissato al prossimo 30 settembre. Su cosa succederà dopo ancora non c’è alcuna certezza, ma la volontà da parte del ministero del Lavoro sembrerebbe quella di una nuova proroga, che porti la scadenza della normativa che regola lo smart working “semplificato” fino a dicembre 2021.

Come riporta il Corriere della Sera, con ogni probabilità sulla decisione influiranno i dati della situazione epidemiologica del nostro Paese: qualora la campagna di vaccinazione non dovesse dare i benefici auspicati a partire dalla prossima stagione autunnale, non è da escludere che il governo non si veda costretto a chiedere un’ulteriore proroga dello stato di emergenza.

Che cosa cambia con lo smart working

D’altronde in Italia la situazione è diversa rispetto agli Stati Uniti. Da noi, infatti, le persone vaccinate non hanno ancora raggiunto le percentuali toccate negli Usa così come nel Regno Unito, da qui nasce anche la volontà del generale Figliuolo di procedere spediti con le vaccinazioni anche per la popolazione produttiva.

La parola d’ordine è gradualità quindi, anche perché tornare alla normativa precedente, quella valida prima dell’emergenza Covid, significherebbe cercare un accordo individuale con ogni dipendente della propria azienda.

E questo, calcolando i lavoratori che attualmente lavorano da remoto in Italia, non è proprio semplicissimo, anzi.

Vedi anche: Smart working: cosa cambia dopo il via al limite del 50% per i dipendenti pubblici

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