Non ci sarà per i tifosi bianconeri alcuna presentazione all’Allianz Stadium di Cristiano Ronaldo. La società di Andrea Agnelli aveva preso in considerazione l’ipotesi, che risulta ormai scartata. Dunque, la Juventus presenterà l’attaccante portoghese ex Real Madrid attraverso una consueta conferenza stampa. Che non sia un modo per accrescere il pathos, in vista della prima gara ufficiale del prossimo campionato di Serie A? Può essere, anche perché il club si mostra molto razionale nelle scelte. Al termine della giornata di ieri, gli store bianconeri registravano file dei tifosi per comprare la maglia con il numero 7, quello del nuovo acquisto.

In quello di Milano, risulterebbe essere stata venduta una “jersey” (così si chiama in inglese) al minuto. Di questo passo, il prezzo del cartellino sarà ripagato solo attraverso il merchandising. E non stiamo nemmeno tenendo in considerazione le potenzialità enormi del mercato asiatico, dove sinora la Juve è stata debole, ma in cui CR7 è, come da ogni altra parte nel mondo, un mito.

Ronaldo alla Juve, com’è stato possibile e perché Agnelli punta sul portoghese

E il calcio italiano, che aveva chiuso la stagione 2017/2018 tra le polemiche sull’assegnazione dei diritti TV e con la prospettiva di nemmeno poter trasmettere le prime gare per la stagione prossima, adesso spera che l’arrivo di CR7 rinvigorisca il campionato. Le settimane di luglio e agosto lanceranno già i primi segnali. C’è la campagna abbonamenti in corso da parte di Sky, che si è aggiudicata gran parte delle gare con i suoi 780 milioni offerti alla Lega per ciascuna delle prossime tre stagioni. Altri 193 milioni li ha messi Perform, che detiene i diritti per trasmettere la cruciale gara del sabato sera e che sarebbe intenzionata a cedere al migliore offerente, quasi certamente, ancora una volta, Sky. La questione dei diritti televisivi è ormai chiusa, per cui l’effetto CR7 non potrebbe avere effetti sugli incassi realizzati dai 20 club di Serie A tramite questo canale.

Eppure, una speranza c’è e risiede in quella postilla apposta dalla Lega, che fissa in un massimo di 150 milioni a stagione il pagamento extra richiesto ai vincitori dell’ultimo bando (in proporzione al valore detenuto dei diritti), qualora registrassero un aumento del numero degli abbonati.

Mediaset Premium possiede oggi poco più di 1,5 milioni di abbonati, grazie ai diritti per la Champions League relativi alle passate tre stagioni. Avendoli persi per il prossimo triennio, essendo stati assegnati a Sky, la pay tv del Biscione dovrebbe assistere a un fuggi fuggi biblico di abbonati sin da queste settimane. Si stima che tra il 50% e i due terzi di questi rinunceranno a rinnovare l’abbonamento, optando per l’operatore britannico. A quel punto, ciò farebbe scattare proprio quella clausola del pagamento extra, con la conseguenza che la Serie A arriverebbe a intascarsi i 150 milioni in più previsti dal contratto. L’effetto Ronaldo incentiverebbe non solo la fuga degli abbonati da Premium a Sky, bensì pure l’ampliamento complessivo del parco-abbonati.

Il ruolo delle avversarie della Juve in Serie A

A conti fatti, per la Juve sarebbero fino a 11 milioni in più di ricavi a stagione, ovvero oltre 33 nell’arco del triennio, ripagandosi quasi un decimo del costo dell’operazione. E c’è da considerare la campagna abbonamenti agli stadi, che vale mediamente qualcosa come il 2,5% dei ricavi delle squadre. Vedremo già ad agosto se i numeri risulteranno in crescita. Non è detto sia così, anzi potrebbe accadere l’esatto contrario, nel caso in cui i tifosi di club come Napoli, Roma e Inter trovassero ancora più difficile che la propria maglia riuscisse a vincere lo scudetto. In altre parole, CR7 amplia il gap che separa la Juve dal resto del campionato italiano, un fatto che produrrebbe frustrazione tra i tifosi, a sua volta capace di reprimere, anziché generare entusiasmo.

Ronaldo alla Juve, ecco perché non squilibrerà i conti bianconeri

Si capisce perché, allora, il Napoli abbia fatto trapelare l’intenzione di far tornare in rosa Edinson Cavani, oggi al Paris-Saint-Germain, puntando allo stesso tempo sia su Angel Di Maria, esterno d’attacco anch’egli del PSG, sia su Karim Benzema, attaccante del Real Madrid. Questi ultimi due cartellini costerebbero sugli 80 milioni di euro, cifra a cui si dovrebbero aggiungere non meno di 15 milioni di ingaggi netti a stagione, ovvero qualcosa come sui 25 milioni lordi. Il Napoli sarebbe costretto a cedere un qualche suo asset prezioso, come Dries Mertens, valutato sui 50 milioni, mentre ad oggi sarebbe incedibile Lorenzo Insigne, tranne che non arrivassero offerte da 80 milioni e oltre. Con Carlo Ancelotti in panchina, il club partenopeo non ha certo voglia di confermarsi il Toto Cutugno della Serie A. Vuole vincere e convincere il San Paolo, ma i vincoli di bilancio raccontano una storia un po’ più tortuosa.

Eppure, il destino del campionato di calcio italiano è proprio nelle mani di Aurelio De Laurentiis, oltre che della Roma di James Pallotta e dell’Inter di Suning. Nessun accenno al Milan, dove servirà almeno un’altra stagione per riprendersi dal disastro lasciato in eredità dalla proprietà cinese. Se sapranno tener testa alla Juve, animeranno le gare, aumenteranno l’entusiasmo dei tifosi e genereranno appeal anche all’estero, dove già abbiamo piazzato i diritti TV a prezzi molto più alti che nel triennio passato. L’obiettivo numero uno sarebbe trattenere i talenti, che negli ultimi anni mostrano di voler fuggire dall’Italia non appena si scoprono tali. In altre parole, serve che il calcio tricolore diventi più competitivo, cosa che paradossalmente avverrebbe con Ronaldo alla Juve, nel caso le altre squadre fossero indotte a rafforzarsi, nei limiti delle disponibilità finanziarie, aiutati proprio dalla presenza del portoghese, che dissuaderebbe i fenomeni minori a continuare a correre sui campi di casa nostra.

I primi responsi arriveranno entro 5-6 settimane dagli abbonamenti: quelli alla pay tv e agli stadi.

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