Giovani e pensioni, un binomio sempre più complicato nell’Italia di oggi. Mentre la politica sembra abbandonare l’ipotesi di varare una qualche riforma per evitare il ritorno alla legge Fornero dall’anno prossimo, il presidente dell’INPS è tornato sul tema. Stavolta, Pasquale Tridico ha lanciato la proposta di rendere gratuito il riscatto degli anni di laurea. Il tema riguarda milioni di lavoratori ed è particolarmente sensibile, dato che in ballo ci sarebbero decine di migliaia di euro e diritti previdenziali.

Sarebbe un modo, spiega Tridico, di incentivare i giovani a studiare.

Costo elevato per lo stato

Gli anni della laurea possono essere riscattati dai lavoratori ai fini previdenziali. Tuttavia, ciò costa parecchio. Bisogna versare all’INPS il 32,7% della retribuzione lorda moltiplicata per il numero dei mesi da riscattare. Di fatto, decine di migliaia di euro. Attualmente, esiste il cosiddetto riscatto “light” per contenere tale costo, ma resta proibitivo per molti potenziali beneficiari.

Il riscatto gratuito della laurea chiaramente andrebbe a vantaggio di quanti abbiano frequentato l’università, ma comporterebbe per lo stato un costo non indifferente. Esso è stimato inizialmente nell’ordine dei 4-5 miliardi all’anno. Di fatto, centinaia di migliaia di persone avrebbero diritto a percepire un assegno più alto, pur a fronte di alcun contributo in più versato, nonché eventualmente ad andare in pensione qualche anno prima.

Riscatto gratuito laurea equo?

Ma la vera domanda è un’altra: sarebbe una misura socialmente equa? In teoria, no. Si tratterebbe, al contrario, di una misura regressiva. Poiché all’università ci va generalmente la porzione più abbiente della popolazione, il riscatto gratuito della laurea opererebbe come redistribuzione delle risorse a favore della fascia alta dei contribuenti finanziata dai contribuenti meno abbienti.

Tuttavia, guardando in prospettiva il discorso è molto meno scontato. L’istruzione è il punto debole dell’economia italiana. Siamo tra i paesi dell’OCSE con la più bassa scolarizzazione terziaria.

E ciò incide negativamente sulla produttività del lavoro e, di riflesso, sul tasso di crescita economico. Favorire la frequenza all’università tende a beneficiare il sistema Paese e indirettamente anche i lavoratori con bassa scolarizzazione. Il riscatto gratuito della laurea, quindi, può nel lungo periodo esitare benefici superiori ai costi.

Resta il fatto che i conti dell’INPS nel breve periodo ne risulterebbero gravati, quando già appaiono critici per via del basso tasso di occupazione e dell’elevato numero dei pensionati. Risulta molto difficile immaginare il riscatto gratuito della laurea a debito per lo stato. Servono risorse per il taglio del cuneo fiscale, di cui si parla da anni e che non si riesce mai ad attuare proprio per l’impossibilità di privare l’INPS di entrate più che necessarie. E tra costo del debito che sale e risanamento dei conti pubblici preteso da Bruxelles, non possiamo più permettersi ulteriori soluzioni in deficit.

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