Real Madrid a bocca asciutta e la Liga spagnola su tutte le furie annuncia che passerà alle carte bollate contro il Paris-Saint-Germain (PSG). La squadra francese ha reso noto nello scorso fine settimana di avere rinnovato il contratto a Kylian Mbappé fino al 2025. Le cifre dell’accordo non sono state comunicate, ma le indiscrezioni appaiono a dir poco scioccanti. Il 23-enne attaccante parigino avrebbe ottenuto un premio alla firma di 120-130 milioni di euro, a cui si aggiungerà un maxi-ingaggio annuale di 50 milioni netti.

E avrà mani libere sulla gestione del 100% dei diritti d’immagine. Se questi numeri saranno confermati, nel prossimo triennio Mbappé guadagnerà non meno di 300 milioni di euro.

Le cifre folli del PSG

Lo scandalo non nasce dalle cifre in sé. Leggere il calcio con gli occhi del moralismo è inutile e sciocco. Il fatto è che il PSG gode di un trattamento di favore da parte della UEFA a dir poco imbarazzante per il sistema calcio europeo. Ricordate le polemiche di un anno fa sulla Superlega? Il presidente Aleksander Ceferin parlò della necessità di salvaguardare il “calcio del popolo” e il presidente Andrea Agnelli, che di quell’operazione fu artefice assieme a Florentino Perez del Real Madrid, si dimise dall’Associazione Club Europei. Il suo posto fu presto proprio da Nasser Al-Khelafi, presidente qatariota del PSG e da tempo pappa e ciccia con Nyon.

Il PSG è tutt’altro che una società del popolo. Da oltre un decennio risulta in mano a un fondo sovrano del Qatar, del tutto indifferente alle regole del “fair play finanziario”. La stagione scorsa ha chiuso in perdita per 224,3 milioni di euro, quella precedente di 124,2 milioni. C’è stata la pandemia, ma nel caso del PSG gli squilibri finanziari sono di natura strutturale. Nelle ultime stagioni ha accumulato perdite per 700 milioni. Il suo attuale monte-ingaggi sfiora i 650 milioni, di cui 503 milioni dovuti agli stipendi e altri 142 milioni agli ammortamenti.

In totale, il costo del personale arriva al 96% dei ricavi, quando la UEFA pone un tetto di riferimento al 70%.

Mbappé con i soldi degli sceicchi

E buona parte dei suoi introiti si deve a sponsorizzazioni dello stesso Qatar, come i 60 milioni annuali di Accor, catena alberghiera controllata da Qatar Investments Authority, e i 15 milioni di Qatar National Bank. Anni fa, la stessa UEFA accertò che i contratti di sponsor qatarioti fossero stati stipulati a cifre multiple di quelle di mercato. In altre parole, il fondo sovrano finanzia la sua stessa società con contratti “gonfiati”. E poiché non deve rispondere ad alcuna logica di mercato, essendo un ente pubblico, finisce per “drogare” il calcio europeo. Al contempo può fare il bello e il cattivo tempo con la complicità di una UEFA a dir poco distratta.

Peraltro, c’è chi sostiene che il premio alla firma garantito a Mbappé sia superiore ai 130 milioni sopra indicati e semmai sarebbe inferiore l’ingaggio netto stagionale, pari a una trentina di milioni. Nulla cambia dal punto di vista della sostanza. La UEFA finge di non vedere la violazione palese e continua del fair play finanziario da parte del PSG. Si concentra sui bilanci dei soliti noti, i quali sono costretti a inseguire le società in mano agli sceicchi senza alcuna possibilità di competere alla pari. Chissà che prima o poi non ci si svegli, come nelle ultime settimane con gli oligarchi russi a Londra!

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