La fase 2 in seguito alla fine del lockdown e la riapertura di tutte le attività commerciali non hanno generato soltanto felicità per chi opera in questi settori ma anche un certo malcontento nei cittadini che continuano a segnalare rincari per prodotti alimentari e anche servizi. 

La questione rincari

Da ormai vari giorni le associazioni di categoria stanno denunciando una situazione non rosea sul fronte caro prezzi. Oltre al caffè al bar, che ha subito dei rialzi in alcune città italiane, il caro prezzi è stato segnalato anche per generi alimentari e taglio dal parrucchiere.

Già la scorsa settimana era balzata agli onori della cronaca la tassa covid, un contributo inserito negli scontrini fino a 4 euro da parte di alcuni esercizi commerciali, che volevano giustificare i costi di sanificazione obbligatori. Ma un caro prezzi sta interessando anche i generi alimentari in particolare frutta e verdura, surgelati e prodotti a lunga conservazione senza contare l’aumento dei prezzi per alcuni prodotti quali stampanti, computer e apparecchi per cottura cibi. 

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La denuncia di Ugcons

Nel calderone dei prezzi in aumento ci sono anche le vacanze, ovvero ombrelloni e sdraio ma anche trasporti e strutture ricettive, anche se in questo caso si attendono riscontri maggiori.  A tal proposito  Paolo Mattei, presidente Ugcons, ha lanciato un vero e proprio allarme: “Le segnalazioni che stiamo ricevendo da molti consumatori ci  preoccupano. In molti ci riferiscono di rincari che sfiorano il 50% per  alcuni esercizi commerciali. La situazione  non è generalizzata e non sarebbe corretto di parlare di categorie più “esose” di altre, ma di certo molte segnalazioni riguardano baristi e parrucchieri, che sembrano avere aumentato deliberatamente i costi in maniera sensibile. E’ vero che la crisi ha colpito tutti, ma rifarsi sulle tasche dei consumatori è scorretto. Circolano scontrini e fatture con importi lievitati anche per l’acquisto di frutta e verdura in alcuni negozi del Sud, o per le prestazioni dentistiche in alcune zone del Nord Italia”.

Per questo Ugcons chiede interventi per calmierare i prezzi ed evitare questi atti di sciacallaggio che si erano già visti durante i primi tempi di lockdown quando igienizzanti e mascherine venivano venduti a costi altissimi.

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