Le scommesse perse si pagano: ma chi ha perso tra Matteo Renzi e Bruno Vespa? Non si è ancora capito bene. Tutto è nato sui divanetti di Porta a Porta. Bruno Vespa nel suo ultimo post su Facebook a Matteo Renzi, la promessa fatta a marzo di sanare i debiti della Pubblica Amministrazione entro il 21 settembre, giorno di San Matteo (parliamo di circa 56 miliardi). La penitenza prevista era il pellegrinaggio, ovviamente a piedi, da Firenze fino al Santuario di Monte Senario, distante circa una ventina di chilometri dal capoluogo toscano.

Puntualmente il giornalista ha scritto su Facebook “Prima di partire per gli Stati Uniti Matteo Renzi ha accettato sportivamente di salire con me e altre persone in data da destinarsi al santuario di Monte Senario. Entrambi siamo infatti convinti di aver vinto la scommessa lanciata a ‘Porta a porta’ il 13 marzo scorso quando il presidente del Consiglio assicurò che entro il 21 settembre, giorno del suo onomastico, il governo avrebbe completato la restituzione alle imprese dei 56 miliardi di debiti maturati dalla pubblica amministrazione entro il 31 dicembre 2013”. Ma allora perché Renzi è convinto di aver vinto la scommessa? In un comunicato il governo ha confermato di aver messo a disposizione delle imprese l’intera cifra, fatta eccezione di un paio di miliardi. LA scadenza è però fissata ad ottobre quindi al termine del 21 settembre la scommessa è stata persa da Renzi. Tuttavia i fondi sono stati stanziati e di questo si deve atto al governo e per questo partirà per la spedizione anche Vespa. Si potrebbe obiettare che la Banca d’Italia ha stimato a 75 miliardi i debiti della PA ma questo finale mette d’accordo il giornalista e il premier e tutte due ne ricavano una bella pubblicità. Gita di gruppo quindi: partiranno anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Merletti.