Arriva il Natale e se per molti è il periodo più bello dell’anno per l’atmosfera festosa, per altri il solo sentir nominare le parole regali di Natale fa venire l’orticaria. Tra doni riciclati, sgraditi o totalmente fuori dai gusti soggettivi, il periodo delle feste, dal punto di vista prettamente consumistico, ha due facce della stessa medaglia.

Perché regalare soldi è meglio

La verità sui regali di Natale sbagliati arriva dall’economista Joel Waldfogel, grazie ad un vecchio studio pubblicato sull’American Economic Review, nel quale veniva ribadito come regalare soldi sia per la maggior parte delle volte la migliore scelta che si possa fare.

La ragione è piuttosto semplice: regalare banconote al posto di un dono vero e proprio, che spesso sarà totalmente fuori dai canoni estetici di chi lo riceve, è la miglior cosa per poter acquistare quello che si vuole al giusto prezzo. Nello studio veniva sottolineato che se chi riceve un regalo avesse potuto ottenere al suo posto i soldi impiegati per lo stesso, ne avrebbe disposto in maniera molto più utile.  Ovviamente, come fa notare anche Business Insider che ha riportato la notizia, regalare soldi può essere una mossa da fare se ad esempio il regalo è per un nipote, fratello, figlio ma molto meno se il dono è per un superiore, un amico, un collega.

Quanto contano i messaggi

In sostanza a contare è il tipo di rapporto e il messaggio che si vuole inviare alla persona. A tal proposito vengono suddivisi in tipologie i messaggi e di conseguenza il tipo di regalo in base a tre diverse categorie. Il primo è il messaggio sociale, i cui regali sono spesso indirizzati a persone con cui si hanno buoni rapporti ma non così confidenziali. Ad esempio un superiore, un conoscente e via dicendo. In questo caso si tende a regalare un oggetto magari ricercato ma senza studiare i gusti di chi lo riceve.

Ci sono poi i regali con messaggio neutro indirizzati verso persone che vediamo di rado, magari il parente che si incontra solo una volta all’anno. In questo caso si tende ad acquistare un dono low cost e banale come la cravatta o il bagnoschiuma, per nulla pensato e spesso forzato. Infine, c’è il messaggio “agapico” legato al dono sentito e curato, magari dopo un’attenta analisi dei gusti. Solitamente le persone che entrano in gioco si conoscono molto bene, è il caso di mariti, mogli, fratelli, fidanzati, amici cari etc. Se nel caso dei regali con messaggio “agapico” la maggior parte delle volte questo è azzeccato, la stessa cosa non si può dire per quello “sociale” in cui nonostante la scelta di regalare oggetti magari di pregio, come un libro d’arte o una bottiglia di vino costosa, spesso il gusto non viene assecondato. In sostanza si tende a pensare che gli altri possano avere i nostri stessi gusti mentre la realtà è ben diversa. Lo studio ha poi fatto emergere un lato molto divertente ossia quando il regalo viene scartato davanti al donatore. A quel punto basterà un pò di osservazione per capire subito se il dono è apprezzato oppure no. Sorridere e guardare negli occhi l’interlocutore è un segno positivo mentre non è vero il contrario. Dunque, basta davvero poco per percepire subito quando il dono è gradito o meno. Questo meccanismo, oltretutto, viene messo in moto in particolare durante il pranzo di Natale quando ci si riunisce con genitori, fratelli, e parenti. E’ in questo momento che scatterebbe la cosiddetta “regressione festiva” in cui è come tornare bambini e con tutti i meccanismi che ne seguono.

In sostanza, dal punto di vista economico, regalare soldi rappresenta la certezza per azzeccare il regalo e magari perdere meno tempo quando le idee scarseggiano e per chi li riceve poterne usufruire per acquistare ciò che si desidera davvero.

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