È arrivata una notizia importante questa settimana dal vertice OPEC Plus. I paesi membri hanno concordato di continuare ad aumentare la produzione di petrolio, malgrado la minaccia al mercato con la diffusione della variante Omicron. Peraltro, la paura per quest’ultima da giorni sta facendo capitolare i prezzi del greggio sui mercati internazionali. Per chi dovrà fare benzina nelle prossime settimane, un toccasana. Una rondine non fa mai primavera, ma almeno stiamo assistendo alla discesa dei numeri, anziché alla loro incessante risalita come nei mesi passati.

Solamente al termine della settimana scorsa, il Brent quotava sopra 82 dollari al barile. Giovedì pomeriggio, era sceso in area 68,50 dollari e nel frattempo il cambio euro-dollaro è tornato a rafforzarsi di oltre l’1%. Poiché il greggio si acquista in dollari, quando l’euro sale, il prezzo della materia prima per noi si riduce. Insomma, due notizie positive per i consumatori dell’Eurozona. Ma già nella seduta di venerdì lo scenario era parzialmente mutato: Brent quasi a 72 dollari e cambio euro-dollaro sotto 1,13.

Benzina meno cara di quanto al litro?

In definitiva, abbiamo registrato in una settimana un calo delle quotazioni prossimo agli 11 dollari al barile, mentre l’euro si è rafforzato contro la divisa americana di oltre lo 0,70%. Questo significa che un barile per noi consumatori dell’Eurozona ci costa circa 10 euro in meno rispetto ai livelli a cui il greggio era arrivato a fine novembre. Poiché un barile è formato da 159 litri, la minore incidenza del costo della materia prima per litro è stimabile intorno a 6,30 centesimi. Considerata anche l’IVA al 22%, arriviamo a 7,7 centesimi. Per un pieno di 50 litri, siamo sui 3,80/3,90 euro in meno.

Chiaramente, questi numeri hanno un senso che il calo del greggio e il recupero dell’euro reggeranno anche nelle prossime settimane sui mercati. La diffusione della variante Omicron creerà verosimilmente parecchia volatilità nei prezzi, dato che per il momento gli investitori cercano di capire quale impatto avrà sull’economia mondiale.

Qualsiasi notizia che vada nella direzione di far prevedere minori consumi, esiterà un calo delle quotazioni e possibilmente anche un indebolimento del dollaro sulle attese di un rinvio della stretta monetaria americana. Viceversa, qualsiasi notizia che sostenesse l’umore del mercato circa i consumi globali, avrebbe l’effetto di rinvigorire le quotazioni e lo stesso dollaro. Sarebbe positivo per gli automobilisti nel primo caso, negativo nel secondo.

[email protected]