Domenica 20 e lunedì 21 settembre gli italiani saranno chiamati a votare non soltanto per le Regionali ma anche per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, uno dei grandi cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle. La proposta di tagliare il numero di deputati e senatori è arrivata dal M5S, con l’obiettivo di diminuire le spese destinate alla politica. Ma quanto ci costa davvero mantenere in piedi Camera, Senato, politici e tutte le altre persone che fanno parte dell’apparato politico (tra cui funzionari e dipendenti)? Ha provato a rispondere a questa domanda Orizzonti Politici, il Think Tank nato nel 2018 su idea di quattro studenti della Bocconi.

Ecco quali sono state le loro conclusioni, riportate da Business Insider.

Senatori e deputati

Iniziamo dall’indennità mensile lorda, pari a 10.435 euro per un deputato e 10.385,31 euro per un deputato, con un netto quindi di circa 5.000 euro per entrambi. Sia senatori che deputati si intascano poi la diaria, pari a 3.500 euro (soldi elargiti come rimborso spese per i soggiorni nella capitale). C’è poi un ulteriore rimborso, legato all’esercizio del mandato: 3.690 euro per i deputati, 2.090 euro per i senatori.

Spese per il personale dipendente della Camera

Ai costi per i parlamentari si aggiungono poi le spese per il personale dipendente di Camera e Senato. Soltanto alla Camera dei Deputati la spesa arriva a 208 milioni di euro, per complessivi 974 milioni di euro per l’intero mantenimento di un solo ramo del parlamento. Il Senato, invece, stando all’ultimo bilancio datato al 2019, prevede un esborso da 544 milioni di euro. Cosa cambierebbe se vincesse il Sì al referendum? Di fatto, il risparmio tra Camera e Senato sarebbe complessivamente di 82 milioni di euro.

 

Oltre al taglio del numero dei parlamentari però, il Movimento 5 Stelle vorrebbe anche rilanciare la proposta di un taglio degli stipendi, misura che porterebbe a rivedere al ribasso le cifre appena indicate.

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