Segnatevi queste date, perché potreste incorrere in qualche problema “tecnico” in tema di denaro: 1 e 2 agosto. L’inizio del mese prossimo rischia di essere una odissea per i pensionati, in particolare e, in generale, per quanti fossero poco abituati a utilizzare le carte di pagamento. A causa dello sciopero indetto dai portavalori, il contante potrebbe scarseggiare in banca o alle poste, tanto che alcuni istituti hanno già avvisato i clienti dei possibili disagi, tra cui Intesa-Sanpaolo. Nessuna allerta, invece, da Poste Italiane.

Tra le potenziali vittime designate, dicevamo, vi sono i pensionati che riscuotono l’assegno allo sportello o quanti volessero prelevare denaro agli ATM con la carta bancomat.

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Si consiglia, pertanto, di ridurre al minimo i pagamenti in contanti, utilizzando nei giorni immediatamente precedenti l’1-2 agosto il più possibile le carte, così da risparmiare cash. Ora, trattasi chiaramente di una condizione eccezionale e di breve durata e non è nemmeno detto che riguardi tutto il territorio nazionale, interessando potenzialmente più le aree in cui i pagamenti sono più difficoltosi. Ciò non toglie che il caso dimostri come siamo solo teoricamente padroni dei nostri soldi e liberi di decidere come spenderli.

Negli ultimi anni, la lotta al contante in Italia, e non solo, si è intensificata e ormai il possesso di un conto corrente diventa necessario per farsi accreditare lo stipendio o la pensione, altre entrate anche sporadiche (se superiori ai 999 euro) e per effettuare pagamenti a terzi. Da qui alla “moral suasion” di stato e banche per costringerci a pagare con carta bancomat o di credito il passo è stato molto breve. Commissioni onerose agli sportelli per disincentivare il ritiro di cash, leggi stringenti per minimizzare i casi di utilizzo del contante con l’imposizione di un tetto massimo consentito per i pagamenti, norme anti-evasione destinate a scrutare con sospetto prelievi sopra certe soglie giornaliere e mensili, etc.

Perché il contante serve

Lo sciopero dei portavalori è un evento imprevedibile e momentaneo, ad ogni modo rischia di impattare negativamente sulle vite pratiche di molti italiani per qualche giorno. E se qualcuno opporrà a questo allarme il fatto che si possa sempre optare per pagare con le carte, evidentemente non ha ben chiaro il funzionamento dell’economia nei piccoli centri e tra larghi strati della popolazione, anche perché il possesso e l’uso di bancomat o carte di credito presuppongono il sostenimento di costi, non sempre alla portata di tutti. E il caso evidenzia anche i rischi di delegare troppo alle aziende di credito il compito di provvedere ai nostri pagamenti.

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Pensiamoci un attimo: se il cash disponibile può svanire in un attimo per uno sciopero, basterebbe un down alla linea telefonica per impedirci di effettuare pagamenti elettronici, rendendoci impossibilitati a fare acquisti anche di beni di prima necessità e a muoverci. Ergo: le banche non dovrebbero mai disporre di tutto il nostro denaro, altrimenti non ne saremmo mai davvero padroni. Ciò implica la necessità di detenere sempre un minimo di contante altrove, anche a casa o depositato in cassette di sicurezza (in banca anch’esse, ma il contenuto resterebbe nella nostra disponibilità sempre) o dovremmo investire in assets facilmente liquidabili all’occorrenza, così da ridurre al minimo il rischio di uno scenario avverso. Nessuno in Italia si metterà nei panni di quei pochi anziani che probabilmente per 1-2 giorni non avranno modo di accedere alla loro pensione, proprio per questo ciascuno di noi dovrebbe mettersi al sicuro per tempo.

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