Tra ipotesi e smentite su ciò che avvenne all’epoca, il Porcellum fa ancora discutere. E’lo stesso ideatore, Roberto Calderoli, allora ministro, a svelare aneddoti di una legge che venne definita prontamente ‘porcata’ negli studi di Mediaset, ospite di Mentana. Il racconto rivela argomenti inediti, sconosciuti presso l’opinione pubblica. “Inizialmente era una buona legge – ha spiegato Calderoli – poi ogni alleato cercò di trarre benefici e di pensare al proprio orticello. Casini volle il sistema proporzionale minacciando, in caso contrario, il non voto al momento dell’approvazione; Fini spinse per le liste bloccate, spiegando come nel meridione ci sarebbero stati vantaggi importanti per la coalizione; Berlusconi, dal canto suo, restò fedele alla sua idea di premio di maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Andò così, ma arrivò una telefonata a bloccare tutto…”. Telefonata che arrivò dal Colle, secondo Calderoli, uno stop che bloccò la modifica proprio nelle battute finali.

“Ciampi chiamò e ci spiegò la situazione: non era possibile approvare una legge con un premio consistente alla Camera e al Senato. Quest’ultimo, in particolare, doveva avvalersi di un altro sistema. E così fu”.  

“In otto anni ho provato a cambiare la legge: nulla da fare”

Eravamo in piena campagna elettorale per le politiche del 2006: Prodi avanti nei sondaggi, Berlusconi costretto alla rincorsa affannosa che poi si materializzò nonostante la sconfitta sul filo di lana. Correva l’anno dei 24.000 mila voti di scarto, tra ricorsi e riconteggi. Eppure, all’epoca, si parlò di legge per evitare un consistente successo del centro-sinistra, un modo per rendere ingovernabile il paese. Calderoli respinge questa tesi. “Non è così, dato che il centro-destra avrebbe vinto quelle elezioni con un premio di maggioranza esteso – ha spiegato contrattaccando – la coalizione credeva nel successo, ma le tante modifiche resero confusionaria la legge, la porcata nasce proprio da lì”.

Accuse anche per i piccoli partiti dell’allora ‘Casa delle Libertà, scesi in campo per garantirsi un ruolo nonostante le percentuali ridotte al lumicino. “Arrivarono pressioni di Mastella e da altri piccoli partiti tutelati all’epoca. La coalizione era variegata, ognuno espresse un parere e ne uscì fuori una legge senza criterio, che alla fine premiò Prodi pur non rendendo governabile il paese. Negli anni successivi, ad ogni modo, ho sempre cercato di modificare, almeno a livello amministrativo, questa legge: sono passati otto anni e non è cambiato nulla. C’è un grande immobilismo ed evidentemente non c’è davvero la volontà di ritornare al vecchio sistema”.