Alle varie proposte legate alle pensioni si aggiunge quella del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando. E’ in arrivo lo scivolo di 5 anni. Di cosa si tratta?

Il Ministro Orlando ha inserito nel DL Sostegni Bis il potenziamento del cosiddetto contratto di espansione. Questa soluzione permette di mandare in pensione i lavoratori fino a 5 anni prima dei requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata. E’ un’alternativa su base volontaria.

Scopriamo meglio come funziona.

Pensioni: lo scivolo di 5 anni previsto nel contratto di espansione

Non si tratta di una novità.

Nel 2019, quando è stato introdotto dal Decreto Crescita, il contratto di espansione era ad esclusivo appannaggio delle aziende di grandi dimensioni (con oltre 1.000 dipendenti) e consentiva un prepensionamento di soli 2 anni.

Con l’ultima Legge di Bilancio la platea è stata ampliata: ora si rivolge anche alle medie imprese con almeno 250 dipendenti.

Il Decreto Sostegni Bis dovrebbe abbassare ulteriormente la soglia per accedere al contratto di espansione prevedendo uno scivolo di 5 anni anche per aziende con 100 dipendenti.

La platea, dunque, crescerebbe: la misura dovrebbe coinvolgere circa 15.000 imprese e 27.000 lavoratori nel 2021 ed altrettanti l’anno successivo.

Altri dettagli sul contratto di espansione

Oltre allo scivolo di 5 anni e all’ampliamento della platea di aziende beneficiarie, il contratto di espansione prevede anche di ridurre l’orario di lavoro. Si tratta di un’opzione rivolta ai dipendenti che non hanno i requisiti per l’accesso allo scivolo fino a 18 mesi. A loro è riservata una speciale cassa integrazione (CIGS derogatoria) a costo zero per l’azienda con riduzione dell’orario di lavoro fino a massimo il 30%.

Il contratto di espansione prevede un accordo siglato presso il Ministero del Lavoro tra azienda e sindacati. Deve contenere un determinato numero di nuove assunzioni qualificate (anche apprendistato). Il contratto deve essere finalizzato alla reindustrializzazione e riorganizzazione in vista dello sviluppo tecnologico dell’attività aziendale.

L’obiettivo finale di questa misura, quindi, è favorire la ristrutturazione delle aziende in crisi insieme al ricambio generazionale senza dover ricorrere agli incentivi all’esodo.

Il parere dei sindacati

I sindacati hanno reagito con una certa freddezza allo scivolo di 5 anni. In altre parole, bocciano la proposta del Ministro Orlando perché la considerano troppo costosa per le aziende. D’altra parte, se l’uscita venisse anticipata di soli 2 anni la soluzione risulterebbe poco conveniente ai lavoratori.

Il lavoratore che aderisce all’accordo riceve un’indennità mensile di accompagnamento alla pensione equivalente alla pensione maturata fino al momento dell’uscita.

Il costo, per l’intera durata dell’anticipo, è a carico dell’azienda al netto della NASpI spettante a chi va in prepensionamento. Il trattamento percepito dai lavoratori pre-pensionati è cumulabile con qualsiasi reddito derivante da altre attività lavorative.