Il campo largo si è ristretto al punto da essersi trasformato in un campo santo. Enrico Letta è rimasto senza alleati nella corsa per le elezioni del 25 settembre prossimo. Ha con sé solo Verdi e Sinistra Italiana, cioè due liste a dir poco sconosciute e che, stando ai sondaggi, raccoglieranno qualche punto percentuale a testa. Meglio di niente dopo il divorzio con Carlo Calenda, seguito a un matrimonio-lampo. Perlomeno il Nazareno potrà sbizzarrirsi sul programma senza temere le reazioni degli alleati. Proprio durante la settimana scorsa il segretario aveva rilanciato una sua vecchia fissa: la patrimoniale per finanziare la dote di 10.000 euro a favore di ciascun 18-enne.

Tutti i patrimoni sopra il milione di euro sarebbero tassati per redistribuire ricchezza a vantaggio delle nuove generazioni.

IMU prima casa, ritorno di fiamma possibile

La proposta non ha raccolto applausi neppure a sinistra. Patrimoniale sì per Nicola Fratoianni, il quale eccepisce, tuttavia, che i giovani si aiutino altrimenti, vale a dire offrendo loro una buona istruzione e un lavoro più stabile. E c’è una vecchia fiamma del PD che potrebbe tornare ad accendersi: la reintroduzione dell’IMU sulla prima casa.

Il PD è sempre stato a favore dell’imposta anche sulle prime abitazioni. La sua idea sarebbe semmai di sgravare le proprietà con valori catastali più bassi. A proposito, sempre il PD è iper-favorevole alla riforma del catasto proprio per rivalutare le abitazioni anche sul piano fiscale ed eventualmente ricavarne un gettito maggiore. Il governo Letta nel 2013 trasformò l’IMU sulle prima casa in TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili). Un cambio di nome, che avrebbe dovuto accontentare Forza Italia, allora al governo per via delle larghe intese (le ennesime) dopo le elezioni di febbraio.

La TASI sulla prima casa fu archiviata definitivamente con la legge di Stabilità 2016 dal governo Renzi. C’era ancora il PD, ma sappiamo quanto il fiorentino avesse mutato il dna dei democratici.

Pochi mesi fa, il commissario agli Affari monetari, Paolo Gentiloni, anch’egli espressione del PD, smentì che la Commissione avesse “suggerito” all’Italia di reintrodurre l’IMU sulla prima casa. Ma Bruxelles lo pretende da anni. Il ragionamento dei commissari è semplice: i conti pubblici languono, mentre le famiglie italiane sono ricche. Esse posseggono principalmente case e risparmi investiti in asset finanziari. Prima di chiedere aiuto al resto d’Europa, tassate tali patrimoni.

PD farà campagna da sinistra?

Oggi come oggi, l’IMU sulla prima casa la pagano solo gli immobili signorili, le ville con giardino e i castelli. Insomma, le residenze di lusso. Chissà che il PD non punti con “gli occhi di tigre” a guardare negli occhi gli elettori di sinistra, offrendo loro il programma da tanti anni ambito per ringalluzzirli e portarli ai seggi. In fondo, se i centristi con il Nazareno non si sono mai trovati bene, è proprio per le divergenze in materia fiscale. Il PD è il partito del tassa e spendi. Vuole sì conti pubblici ordinati, ma alzando le tasse e redistribuendo risorse a favore delle categorie di volta in volta individuate come meritevoli di assistenza.

L’IMU sulla prima casa è una proposta altamente impopolare, sotto elezioni sarebbe un boomerang. Non ragionando da partito di sinistra. Quell’elettorato lì chiede di stangare le abitazioni da anni, tra l’altro adducendo che in questo modo si farebbero pagare le tasse a chi le evade sui redditi (sotto)dichiarati. Certo, non tutta la base concorderebbe. L’ala centrista storcerebbe il naso. Ma se il partito decidesse di ingaggiare una battaglia a muso duro contro il centro-destra da una parte e i centristi dall’altro battendo su temi di sinistra per sottrarli alla retorica grillina, le resistenze sarebbero superate.

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