Molti oli di oliva venduti come extravergine in realtà non lo sono. Secondo uno studio de Il Salvagente condotto in collaborazione con con il laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, almeno 7 (su 15 analizzate) miscele di olio di oliva fatto passare per extravergine, in realtà sono solo solo vergine. Già alcuni anni fa, era stata svolta un’inchiesta simile che portò alla denuncia di alcuni oli extravergine in commercio per pratica commerciale scorretta.

Lo studio de Il Salvagente sull’olio di oliva extravergine

In base allo studio, il problema del “finto” olio extravergine non determina tanto problemi di salute ma alle tasche degli italiani.

Infatti, il costo di una bottiglia di olio extravergine è mediamente più alta fino al 50% rispetto a quello vergine e di fatto chi acquista questo tipo di olio spende di più. In merito all’olio extravergine, per essere considerato tale, questo deve rispettare dei fattori chimici e superare il panel test, che deve essere gestito da assaggiatori esperti. Basta anche solo un aspetto negativo per portare al declassamento del tipo di olio e quindi al passaggio da extravergine a vergine.

Le migliori marche di olio extravergine di oliva, e le peggiori, secondo il test

In base al test promosso da «Il Salvagente» sono 8 gli oli di oliva che hanno superato la prova. Quello con il voto più alto è Monini, 9.5 il punteggio ottenuto per un prezzo di 5,49 euro al litro. Scoglio superato anche per Bertolli Fragrante ed Esselunga classico, che hanno ottenuto il punteggio di 9 e 8,8. Promossi anche Coop, Conad, Farchioni, Primadonna Lidl e Carrefour cucina delicata. Per questi oli di oliva il punteggio va da 7,9 fino a 6.
Quali sono invece le marche di olio extravergine bocciate dal test de Il Salvagente? Tra quelli segnalati dallo studio vengono citati Carapelli Frantolio che ha ottenuto un punteggio di 3, così come Colavita Mediterraneo tradizionale, Cirio classico, Coricelli, De Cecco classico, La Badia Eurospin e Il Saggio Olivo Todis, tutti con voto 3.


Secondo Stefano Masini, responsabile Ambiente e territorio della Coldiretti:

«Il Consiglio di Stato con la sentenza del 20 novembre 2020, credo abbia detto una parola definitiva sull’attendibilità e oggettività del panel test ritenendo la prova organolettica essenziale per la corretta classificazione degli oli. E’ doveroso intensificare i controlli e aumentare le valutazioni organolettiche per evitare che i consumatori possano essere vittime di frodi».

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