Il premier Giuseppe Conte ha delineato i provvedimenti che saranno inclusi nel nuovo Dpcm, atteso tra la giornata odierna e al massimo quella di domani. Il capo del governo ha di fatto presentato il meccanismo automatico che ogni Regione dovrà osservare, basato sui dati epidemiologici. Vediamo dunque nel dettaglio come funziona.

Le tre aree a rischio dello scenario 4

Iniziamo con il presentare lo scenario 4, il più grave inserito all’interno del piano intitolato Prevenzione e risposta a Covid-19 definito dall’Istituto superiore di Sanità.

Con scenario 4 si identifica un contesto in cui vi è una “trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo”. Per definire lo scenario 4, gli esperti prendono come parametro l’indice di contagio Rt: quando quest’ultimo supera il livello 1,5 allora quella regione è candidata a essere inclusa nello scenario 4, a patto però che si verificano anche altre situazioni, come ad esempio “un’incidenza dei casi e gravità cliniche elevate”.

Aree a rischio

Come accennato nell’introduzione, l’ingresso nello scenario 4 determina l’individuazione di tre aree di rischio: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane, alta/molto alta per più di tre settimane. A ciascuna l’Iss assegna un colore diverso: verde, arancione e rossa. L’ultima rappresenta un’area dove il controllo dell’epidemia non è più gestibile. Una regione sarà o meno classificata in una delle aree di rischio riportate qui sopra sulla base di 21 criteri, che insieme andranno a definire un coefficiente di rischio. Tra i criteri citati ieri dal Presidente del Consiglio si annoverano il numero di casi sintomatici, i casi nelle Rsa, il numero di nuovi focolai, la percentuale di tamponi positivi, i ricoveri e l’occupazione dei posti nelle terapie intensive.

Un’ultima precisazione importante da fare: a stabilire se una Regione è in una fascia o in un’altra sarà il Ministero della Salute, che attraverso un lavoro di coordinamento con il governatore della Regione in questione andrà poi a firmare un’ordinanza con cui indicherà a quale area di rischio appartiene quello specifico territorio, con i dati che saranno su base settimanale.

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