Il progresso umano e sociale di un paese si misura dal livello della sua sanità pubblica: i tagli ai servizi regionali, effettuati fino ad oggi (e se ne prevedono altri nei prossimi tempi, con la prossima Legge di Bilancio da licenziare in autunno) restituiscono questa immagine del paese; più di 12 milioni di persone hanno rinunciato nell’ultimo anno alle cure (il dato riguarda la rinuncia o il rinvio di una prestazione sanitaria per motivi economici) con un trend in crescita di ben 1,2 milioni di persone rispetto all’anno precedente.

I dati sono contenuti nel Rapporto RBM-Censis e hanno provocato la risposta piccata del Ministro della Salute che ha chiosato: ‘dati non veritieri e da verificare con attenzione’.  Al di là della presa di posizione politica e tutta italiana (negare invece di affrontare), ecco cosa raccontano i dati.

A proposito di rapporto tra politica e salute pubblica – Emergenza roghi, già non se ne parla più: il prof. Angelo Genovese spiega cosa sta accadendo.

La bufala della spesa sanitaria troppo elevata in Italia

Innanzitutto, occorre fare informazione seria e svelare sempre e comunque le bufale mediatiche. L’Italia, come ben sappiamo, non è messa bene nella classifica relativa alla ‘libertà di stampa’ e, spesso, anche i quotidiani più quotati sembrano semplicemente riprodurre le veline governative. Una classica ‘bufala’ che governo e media ripetono in continuazione è che in Italia la spesa sanitaria è troppo elevata e va tagliata. Ecco i dati ufficiali: in Italia, la spesa sanitaria è del 6,8% del PIL, in Francia è dell’8,6% e in Germania addirittura del 9%. Significa che se in Italia si spendono 10 miliardi di euro per la sanità (cifra inventata e puramente esplicativa), in Francia circa 13 miliardi e in Germania circa 14 miliardi. Eppure, sono in arrivo nuovi tagli alla sanità.

Un utile approfondimento – Spesa sanitaria italiana, ecco quanto costa rispetto a Francia e Germania.

La spesa saniaria tra ‘fake news’ e verità scomode

Un’ultima riflessione: il problema dell’Italia non è la ‘quantità’ di spesa (nonostante sia questo che le ‘fake news’ governative e dei maggiori media lascino intendere), ma la ‘qualità’. Non solo la spesa sanitaria in Italia è più bassa rispetto ai paesi europei più civili, ma è anche gestita ‘male’: ed usiamo un eufemismo, gli sprechi non riguardano le prestazioni mediche – la medicina, occorre sempre ricordarlo, o è prevenzione o non è – ma il fatto che le aziende sanitarie appaltano i rifornimenti di materiale sanitario ad aziende che spesso non fanno prezzo di mercato e non offrono prodotti di qualità. In parole povere, il problema è la corruzione. E, ancora una volta, ‘benvenuti in Italia’, il paese che si sta lasciando morire senza cure.