Facebook, uno dei titoli statunitensi più amati in assoluto, è finito sotto la lente di Michael Burry, il grande investitore descritto dal libro e poi dal film “The big short”, “la grande scommessa” in italiano.

Di Burry, spesso, se ne parla come un catastrofista, uno che prevede solo “grandi short”, appunto.

In realtà, negli ultimi tempi, il famoso investitore ha anche scommesso, questa volta al rialzo, su un titolo che, tutto sommato, potrebbe non suscitare troppo clamore. Si tratta di Facebook, una delle principali mega-cap tecnologiche mondiali.

Michael Burry scommette su Facebook, niente crash per questa volta

Il valore intrinseco di Facebook insieme al suo potenziale di crescita a lungo termine ha indotto molti investitori di alto profilo a saltare a bordo. Uno su tutti: Michael Burry, il quale, nell’ultimo trimestre, ha scommesso molto sul titolo, e lo ha fatto a modo suo.

Lo scorso trimestre, secondo un recente articolo apparso su “nasdaq.com“, il fondo gestito da Michael Burry ha accumulato 550.000 opzioni call su azioni FB per un valore di circa 192 milioni di dollari.

Perché non utilizzare le Azioni?

Michael Burry ha scelto le opzioni call come veicolo per investire in azioni Facebook, ma per quale motivo?

Quando gli investitori sono ottimisti sulle prospettive a lungo termine di una determinata società, la maggior parte sceglie di andare “long” acquistando azioni della stessa. tuttavia, quando gli investitori sono estremamente ottimisti sul potenziale a breve e medio termine di un determinato titolo, l’acquisto di opzioni call può essere una scommessa molto più redditizia. Le opzioni call offrono agli investitori un potenziale di rialzo maggiore (ma un rischio di ribasso più elevato) e generalmente si ritiene che riflettano una convinzione estremamente elevata su un movimento al rialzo che si materializza in breve tempo.

Ad ogni modo, è importante notare che queste 550.000 opzioni call sono state acquisite durante l’ultimo trimestre.

Di conseguenza, il momento esatto di questa scommessa è sconosciuto. Tuttavia, guardando l’andamento di Facebook da inizio anno, è possibile dire con cortezza che Michael Burry ne ha già tratto un buon profitto, realizzato o meno.

 

Articoli correlati