Italia, Francia, Spagna, Belgio e Olanda hanno chiesto alla Commissione europea di eliminare dalla circolazione le banconote da 500 euro, attraverso il Petition Paper. Cinque paesi dell’Eurozona, quindi, si mostrano contrari alla sopravvivenza del taglio più alto sinora emesso dalla BCE, sostenendo che esso favorirebbe il riciclaggio di denaro e, in particolare, le attività terroristiche.

Ad oggi, in circolazione risultano esservi ben 400 milioni di banconote da 500 euro, pari a un controvalore di 200 miliardi. Considerate che l’intero controvalore di banconote e monete emesse da Francoforte ammontava nel mese di agosto a 1.500 miliardi.

E contrariamente a quanto siamo portati a credere, tende a crescere di anno in anno. Nell’ultimo decennio, ad esempio, è quasi raddoppiato dai circa 860 miliardi.

La posizione dell’Italia non stupisce. Ad oggi, è il paese con le maggiori restrizioni in tema di uso del contante. A partire dal gennaio 2022, salvo sorprese (improbabili) in sede di legge di Bilancio, nel nostro Paese si tornerà a poter pagare in contanti fino a un massimo di 999 euro. E il premier Mario Draghi fu lo stesso che, in qualità di governatore BCE, cessò di stampare banconote da 500 euro dal gennaio 2019, pur non mettendone in discussione il valore legale.

Banconote da 500 euro preludio all’abolizione del contante

La Germania guida il fronte dei contrari all’abolizione del contante e negli anni passati la Bundesbank si oppose, in effetti, anche alla mancata stampa delle banconote da 500 euro, fiutando il rischio che in futuro accada lo stesso anche per le banconote di taglio inferiore, specie per quelle da 200 e 100 euro. Intendiamoci, sul piano pratico cambierà pochissimo o niente per il cittadino comune. Alzi la mano chi abbia visto una sola banconota da 500 euro negli ultimi anni o, addirittura, sin dal passaggio all’euro nel 2002?

La gran parte dei pezzi di questo taglio risulterebbe custodita nei caveau delle banche per via dell’ottimo rapporto tra valore e dimensioni.

Inoltre, le stesse banche terrebbe tali pezzi tra le riserve. Il problema è concettuale: insinuare che tagli elevati siano veicolo di malaffare prelude all’applicazione dello stesso ragionamento in futuro per i tagli minori, che ad oggi crediamo intoccabili. A parte che l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro raramente avvengano in contanti per alte cifre, avvalendosi perlopiù del canale bancario, dovremmo per caso eliminare le banche? Poiché i rapinatori fuggono in auto, dovremmo eliminare quelle più veloci?

L’abolizione delle banconote da 500 euro lascia intendere il vero obiettivo di alcuni governi: far transitare tutta la liquidità attraverso canali controllabili e all’occorrenza disponibili per fare cassa. Una posizione nota in certi ambienti politici, mentre viene da chiedersi se abbiano qualcosa da ridire quei partiti della maggioranza, che si sono sempre schierati a difesa del contante e che sostengono oggi il governo Draghi? Nulla da eccepire o terranno il piede in due staffe, come per tante altre materie?

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