Fino a qualche mese fa, il tasso variabile restava nettamente la tipologia di mutuo da preferire. I tassi d’interesse sono lievitati quest’anno, ma solo di recente il rialzo sta riguardando anche l’Euribor. A sua volta, questo è il saggio di mercato a cui risultano agganciati i mutui a tasso variabile. Tanto per farvi un’idea, sappiate che al termine della settimana scorsa l’Euribor a 3 mesi stava a 0,93%, mentre all’inizio dell’anno era a -0,57%. Il boom è avvenuto da inizio agosto, quando ancora era sotto 0,25%.

Euribor a 3 mesi, effetti su rata mutuo

La BCE ha alzato i tassi d’interesse dello 0,75%, giovedì scorso. C’è la necessità di rendere le condizioni del credito meno espansive, così da limitare l’offerta di moneta e cercare di calmierare l’inflazione. I prezzi al consumo stanno correndo al ritmo sopra il 9% all’anno nell’Eurozona. In Italia, segnavano una crescita annuale dell’8,4% ad agosto, la più alta dal 1986. Se guardiamo ai futures sull’Euribor a 3 mesi, notiamo che il mercato si aspetti un rialzo ulteriore dei tassi BCE dell’1% entro dicembre e di un altro 0,50% entro giugno dell’anno prossimo. Per allora, avrà toccato l’apice, a cui seguirà una fase di attesa stabilizzazione.

Sulla base di questi dati, siamo in grado di calcolare le possibili variazioni al tasso variabile del mutuo. Ipotizziamo un capitale da rimborsare di 140.000 euro, l’importo medio stipulato oggigiorno dagli italiani, per la durata di 25 anni. Lo spread applicato dalla banca all’Euribor a 3 mesi è dell’1%. Questo significa che stiamo considerando un mutuo a tasso variabile di 1,93% oggi. La rata mensile sarebbe, quindi, di quasi 589 euro. Se l’Euribor a 3 mesi arrivasse al 2,43% atteso dal mercato per giugno dell’anno prossimo, la rata schizzerebbe a quasi 696 euro al mese.

Tasso variabile in rialzo a lungo?

In altre parole, la lotta all’inflazione comporterebbe un aumento della rata mensile media di 107 euro, il 18% in più da oggi.

E, attenzione, rispetto all’inizio di quest’anno, l’aggravio sarebbe di oltre 200 euro, qualcosa come 2.400 euro e passa all’anno. La speranza per il mutuatario sarebbe che il tasso variabile restasse così alto per poco tempo. Ciò accadrebbe nel caso in cui il mercato scontasse un calo dell’inflazione nel medio termine, cioè prevedesse che la BCE iniziasse già entro la fine dell’anno prossimo a tagliare i tassi. Per il momento, è corretto che vi diciamo che tale attesa non vi sia. Ed è normale che non esista, dato che la BCE ha appena iniziato ad alzare i tassi, mentre l’inflazione resta altissima.

Ma le aspettative del mercato possono cambiare anche repentinamente, come conferma l’evoluzione di questi ultimissimi mesi. Così come l’esplosione dell’Euribor è stata veloce, altrettanto potrebbe accadere con il suo ripiegamento. E poiché le aspettative d’inflazione dipendono in buona parte dalla credibilità della BCE di reagire al carovita, paradossalmente il mutuatario dovrebbe augurarsi che il suo tasso variabile s’impenni il più presto possibile, così che già si prefiguri nei prossimi mesi una sua discesa.

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