La domanda dei mutui è cresciuta del 13,3% nel mese di giugno, confrontando i dati di quest’anno con quelli dello stesso periodo del 2019. Segno di come gli italiani abbiano riacquistato fiducia al termine del lockdown, anche in virtù delle notizie più che positive in arrivo dal coronavirus, che almeno in Italia è sotto controllo (ieri il bilancio giornaliero ha registrato 3 vittime, il dato più basso dal mese di febbraio. Se la richiesta dei mutui è in aumento, non si abbassa invece il prezzo delle abitazioni, rimasto stabile anche dopo la fine del lockdown, confermando dunque le previsioni dei principali istituti di ricerca. I dati fanno riferimento alla Bussola Mutui del II trimestre 2020, realizzata dal portale mutuisupermerket.it e dal Crif (Cetrale rischi finanziari).

Perché i prezzi delle case sono rimasti invariati

A fronte di una richiesta più elevata di mutui, il costo del mattone è rimasto invariato. La fotografia della Bussola Mutui, in relazione al prezzo degli immobili, può essere facilmente spiegata per la situazione subito precedente alla pandemia e al seguente lockdown: i prezzi delle case nei primi 2-3 mesi del 2020 erano ai minimi rispetto a quelli registrati negli ultimi 10 anni, pertanto un’ulteriore discesa sarebbe stata iscritta nel registro degli eventi eccezionali. Non solo, perché quelli che sono stati completati a giugno erano i preliminari d’acquisto ante-coronavirus: chi ha acquistato casa sa bene come non sia semplice riformulare un intero contratto cambiando il prezzo dopo aver apposto la firma sul preliminare.

Compravendita immobili: nel 2020 si ipotizza un calo del 20%

Guardando ai dati riferiti al primo trimestre, si evince una diminuzione della compravendita immobiliare stimata al 15,5%. Il dato è però destinato a peggiorare ulteriormente. Le ultime stime, che prendono come punto di riferimento tutti i dodici mesi di quest’anno, parlano di un calo del 20%.

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