In un periodo di panic selling, come quello che i mercati stanno vivendo in questi giorni, non si fa altro che parlare dell’avvento del cosiddetto Cigno nero, termine di portata generale spesso usato (e abusato) in campo finanziario. Ma cosa è realmente un cigno nero?

Il Cigno nero è un evento che possiede le seguenti tre caratteristiche:

  1. È un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative;
  2. Ha un impatto enorme;
  3. Ci spinge a elaborare “a posteriori” giustificazioni della sua comparsa.

Riassumendo, un Cigno nero che si rispetti deve avere le tre caratteristiche di: rarità, impatto enorme e prevedibilità retrospettiva (mai prospettiva).

Alla luce di quanto appena esposto, in relazione alle caratteristiche del Cigno nero, descritte da Nassim Nicholas Taleb, professore di scienze dell’incertezza e operatore di borsa, nella sua opera “Il Cigno nero, come l’improbabile governa la nostra vita” possiamo chiederci, il Panic Selling di questi giorni è un Cigno nero?

 

Mercati azionari e il parco buoi

La gran parte degli investitori non professionisti approcciano i mercati finanziari e, in generale, il mondo degli investimenti nel modo più sbagliato possibile.

La psicologia degli investimenti, ancor prima delle nozioni tecniche più avanzate, è l’unica via per ottenere buoni risultati.

In genere, le persone sono spaventate dagli investimenti e temono di perdere tutti i propri risparmi nel giro di poche sedute borsistiche.

In presenza della massima espressione di un mercato toro, le persone decidono di investire, salvo poi liquidare le proprie posizioni con l’arrivo delle prime correzioni. Questo è il modo migliore per perdere grosse quantità di denaro.

Da qui il termine parco Buoi: intesa come quella categoria di piccoli e medi risparmiatori che, improvvisatisi investitori, agiscono sui mercati finanziari senza disporre, a volte, della necessaria preparazione.

Adesso cerchiamo di capire come è possibile uscire dal parco buoi e sconfiggere il Cigno nero grazie alla previsione dell’imprevedibile.

 

Come prevedere l’imprevedibile

Partiamo da qualche assunto di base, “molto di base”.

Quando un mercato scende di “oltre” il 10% dal suo massimo si parla, generalmente, di “correzione”; quando, invece, un mercato scende al di sotto del 20% dal suo massimo, si può cominciare a parlare di “Mercato Orso o ribassista”.

Qual è il peggior pericolo di un investitore? se state pensando ad un improvviso crollo dei mercati, vi state sbagliando, il peggior pericolo di un investitore è uscire fuori dal mercato stesso e non cavalcare l’onda rialzista che, di li a poco, ne seguirà.

Andiamo oltre:

  • Mediamente una correzione dei mercati si verifica una volta l’anno,
  • Mentre, un mercato orso si verifica in media ogni 3 anni.

Con questo non vogliamo dire che l’emergenza di questi giorni non sia una vicenda di grande portata e imprevedibilità, ma, di certo, una simile proiezione sui mercati finanziari si verifica più spesso di quanto il “Parco Buoi” possa credere.

Infine, le buone notizie devono ancora arrivare, storicamente la correzione media dei mercati azionari è stata di circa il 13,5% ed è durata mediamente soltanto 54 giorni, circa 2 mesi; un Mercato Orso, invece, è sceso mediamente del 33%. Cosa è successo dopo?

Nella maggior parte dei casi, entro i 12 mesi successivi al crollo, si è assistito ad un rendimento sopra la norma. L’ultima volta successe a seguito della crisi del 2009, quando lo S&P500 è cresciuto di uno spettacolare 69% subito dopo aver toccato il fondo.

In altre parole, questi eventi di mercato sono estremamente regolari e prevedibili, ben lontani dalla definizione di cigno nero data in apertura.

Per concludere, correzioni e mercati orso, a ragion veduta, possono essere visti come delle vere e proprie opportunità che il mercato, di tanto in tanto, ci regala.

 

Per ulteriori approfondimenti, si legga: Tony Robbins, Incontrollabile.

 

Per sapere come replicare un indice, si rimanda alla lettura del seguente articolo: “ETF: cosa sono, vantaggi e svantaggi, come usarli”.