Se avete sentito parlare di “meme stock” e non avete capito di cosa si tratti, non siete gli unici. L’espressione è molto in voga negli ultimi mesi per descrivere quei titoli azionari, che improvvisamente iniziano ad essere oggetto di volumi di trading esagerati. Alla base degli acquisti non risulta esservi alcuna razionalità apparente, se non la voglia di un gruppo compatto di trader di colpire le posizioni ribassiste accese dalla grande finanza.

Le “meme stock” più note che hanno beneficiato di questo trend sono state ad oggi AMC e GameStop.

Rispettivamente una società di gestione di sale cinema e teatro e retailer di videogiochi, hanno registrato rialzi in borsa quest’anno di oltre il 3.000% l’una e il 1.500% l’altra. Ieri, GameStop ha diffuso i dati della sua prima trimestrale, dai quali è emersa una perdita di 66,8 milioni di dollari, pari a 1,01 dollari per azione. Tuttavia, il fatturato è cresciuto del 25% su base annua a 1,28 miliardi.

Grazie anche alla fama guadagnatasi in questi mesi di frenesia sui mercati, la società ha assunto due nuovi manager in uscita da Amazon: Matt Furlong sarà il nuovo CEO al posto di George Sherman e Mike Recupero il nuovo CFO, cioè il responsabile finanziario. Contestualmente, ha annunciato la futura vendita di 5 milioni di azioni. Ai prezzi attuali, incasserebbe sugli 1,5 miliardi di dollari, con cui GameStop cercherà di rilanciarsi attraverso l’e-commerce e magari sfoltire il debito per migliorare la propria posizione finanziaria. Ad ogni modo, la SEC le ha chiesto l’invio spontaneo di documentazione atta a verificare cosa stia accadendo esattamente in borsa con il suo titolo.

Le nuove possibili “meme stock”

Ma ci sono altre “meme stock” dalla crescita in borsa molto meno pronunciata e, tuttavia, dalle elevate potenzialità. Una è BlackBerry, la società di sicurezza dei software con sede nell’Ontario, Canada. In questi giorni, ha reso noto che il suo Neutrino Realtime Operating System (NROS) sarà utilizzato in un nuovo software per automobili, grazie alla collaborazione con la joint-venture BiTECH, in parte cinese.

Il suo titolo quest’anno guadagna il 130%.

E Wendy’s Company gestisce 6.700 ristoranti in tutto il mondo e sta per fare il suo ingresso nel Regno Unito. Nel primo trimestre, ha fatturato il 12,5% in più su base annua, sfiorando i 3 miliardi di dollari. Con le riaperture ormai in corso praticamente ovunque, le prospettive appaiono incoraggianti per il business. Quest’anno, è salita di appena il 18%, nulla rispetto alle “meme stock”. Sarebbe oggetto di attenzioni da parte dei trader, in cerca di nuove sfide per confermare la propria forza dopo avere messo KO i ribassisti di GameStop, in particolare. Allo stato attuale, le posizioni “short” su quest’ultimo titolo varrebbero oltre 3 miliardi, interessando oltre 10 milioni di azioni.

Attenzione, perché non stiamo parlando di un miracolo tout court. I fondamentali continuano a non deporre a favore delle “meme stock” più tradate. Alcuni analisti hanno osservato che non basta assumere uno o più manager di Amazon per raddrizzare il business. Ironizzando, hanno spiegato che neppure ingaggiando Jeff Bezos di ritorno dallo spazio GameStop riuscirebbe per ciò stesso a trasformarsi in una società redditizia. C’è da dire, però, che un effetto positivo questo trading lo sta avendo sulle società interessate: stanno riuscendo a monetizzare parte del boom azionario con aumenti di capitale. I ricavati possono abbattere il debito e offrire risorse preziose per investire sul rilancio. Resta da fare attenzione all’altissima volatilità che i titoli esibiscono: le azioni GameStop sono schizzate da 17,25 a oltre 347 dollari a gennaio, scendendo sotto 45 a febbraio e risalendo sopra 300 a giugno.

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