Dopo tutte le polemiche nate dall’annuncio che a Milano si vuole intitolare una via a Bettino Craxi  sull’operato del politico si è espresso anche Marco Travaglio con toni non certo morbidi. Marco Travaglio, contro chi ancora difende Bettino Craxi, ricorda che se fosse vero quanto raccontato ultimamente, volto ad insabbiare i numerosi reati commessi dall’ex leader del PSI, ci si chiede come mai Craxi sia fuggito dall’Italia in fretta e furia per sfuggire alle varie sentenze  che pendevano sul suo capo e alla condanna di 10 anni di prigione inflittagli.

Travaglio fa notare anche come in Italia sia difficile giungere a condannare un potente, sottolineando che  che Craxi è stato condannato a 10 anni di prigione ma che se non fosse morto prematuramente gli anni di reclusione sarebbero sicuramente aumentati visto che erano ancora in corso diversi processi per tangenti che lo vedevano imputato. A chi reputa Craxi uno statista di fama mondiale il giornalista del Fatto Quotidiano risponde che non si capisce come mai nei periodi di suo massimo fulgore riuscisse a raccoglio il 14% dei voti “Il miglior Craxi ha ottenuto meno voti del peggior Fini” sottolinea Travaglio nella sua spiegazione, ponendo l’accento sul fatto che gli italiani,  e qui la vena ironica del giornalista non è affatto celata, non si fossero accorti di che grande statista fosse. Per avvalorare ciò che dice Marco Travaglio afferma che Craxi aveva due conti in Svizzera: il conto Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano e il conto il Northern Holding 7105 presso la Claridien Bank di Ginevra gestito da Giorgio Tradati, compagno di scuola di Craxi. Su questi due conti, dice Travaglio, Craxi accumulava i soldi provenienti dalla tangenti pagate dalle più grandi imprese italiane come la Fiat, la Olivetti, la Fininvest, il gruppo Ligresti per citarne alcune. I due conti citati da Travaglio, viene fatto notre, era personali di Craxi perchè poi le tangenti al partito venivano dirottate su altri conti, sempre in Svizzera, gestiti dal tesoriere del PSI Vincenzo Balsamo.
Travaglio racconta i fatti del 1993, quando Craxi temeva che il pool di Milano con Antonio Di Pietro potesse mettere le mani sui suoi conti in Svizzera e per questo motivo designò al posto di Tradati un barista di Portofino, Raggio, il fidanzato della contessa Vacca Augusta, che portò via dai conti in Svizzera 50 miliardi di lire per poi scappare in Messico dove rimase latitante per un paio di anni. Una volta catturato, Raggio confesso dimostrando che quei soldi erano usati da Craxi personalmente e non per il partito, permettendo ai giudici di ricostruire la lista delle tangenti ricevute da Craxi. “Una lista che fa spavento se uno pensa alla fama che hanno costruito intorno a questo presunto statista che in realtà era un comune ladro” dove per ladro, sottolinea Travaglio, si intende persona che si appropria di denaro altrui. Travaglio elenca i possedimenti i Craxi, tra appartamenti acquistati in giro per il mondo, aereo personale, una stazione televisiva “Roma cine tv” regalata ad una amica cui pagava anche servitù, autista e colf e a cui regalò anche un hotel a Roma. “Craxi prende il rapporto debito Pil al 70% e lo porta in 4 anni al 92%” racconta Travaglio spiegando che paghiamo ancora oggi gli interessi sul debito pubblico che “viene sempre attribuito a misteriose eredità del passato. Bene, il grosso dell’eredità si chiama Craxi. Travaglio parla anche del discorso alla Camera di Craxi, definendolo un altro dei grandi fraintendimenti che viene raccontato come un grande discorso di verità e di coraggio. Il giornalista fa notare che non ci vuole un grande coraggio, essendo protetti dall’immunità parlamentare,d andare davanti alla Camera ad ammettere di aver rubato, come tutti, chiedendo a chi non aveva rubato di alzarsi in piedi e giurare.